Forse nella Russia dei Soviet, i medici erano costretti a curare con quello che passava il convento. Ma nel nostro paese, da sempre, siamo abituati a personalizzare le cure a misura del paziente. Chi vuole compresse e chi vuole capsule, chi supposte e chi bustine… chi preferisce avere sempre scatole uguali e chi riesce a capire che quel che conta è il nome della molecola…
Siamo da sempre abituati a differenziare le cure nuove dalle cure che proseguono un trattamento abituale…
Buttiamo tutto all’aria per pure ragioni di spesa? Non prescriveremo più Ramipril o Enalapril, o Lisinopril, ma sarà il ministero a decidere che l’ace-inibitore sarà, ad esempio, Trandolapril!
Già adesso vediamo quanto è difficile convincere i pazienti che il Clopidogrel è lo stesso anche sotto nomi diversi; voglio vedere chi convincerà un paziente abituato a Ramipril che anche unQualunquepril è lo stesso…
Ha proprio ragione Milillo: si vuole che la gente, alla fine, paghi di tasca propria molte terapie.
Ma senza dire “le metto in fascia C perchè i soldi non bastano“.
Vogliono che la brutta figura la facciano i Medici di famiglia.
Enrico Delfini
luglio 4, 2016 – FIMMG Bologna
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