USA. Farmaci: “regali” ai medici dalle aziende farmaceutiche fanno aumentare le prescrizioni. Cosa è permesso in Italia.

Piccoli regali ai medici da parte delle aziende farmaceutiche, spesso equivalenti appena al costo di un pasto, possono però far pendere la bilancia verso un farmaco piuttosto che un altro. L’allarme è stato lanciato negli Usa da un’indagine dal sito ‘ProPublica’.

Roma, 22 marzo – Piccoli regali ai medici da parte delle aziende farmaceutiche, spesso equivalenti appena al costo di un pasto, sono in grado di far pendere la bilancia verso un farmaco piuttosto che un altro al momento della prescrizione. È quanto emerge da un’indagine condotta da sito statunitense di giornalismo investigativo ProPublica.org, che ha trovato le prove del legame causa-effetto tra i regali (anche di piccolissimo valore) da case farmaceutiche e l’aumento delle prescrizioni dei medici.

La ricerca (qui l’articolo di ProPublica.org, co-pubblicato da Npr, Boston Globe e Tampa Bay Times) si è concentrata sui pagamenti effettuati nel 2014 dai produttori di farmaci e dispositivi medici nei confronti dei medici, prendendo in esame le prescrizioni per Medicare, il programma sanitario gestito dal Governo degli Stati Uniti.

Ebbene, evidenzia l’analisi, anche “regali assolutamente di poco valore hanno di fatto incrementato di 2-3 volte il numero di prescrizioni dei camici bianchi a favore dell’azienda ‘donatrice’.”

È risultato, ad esempio, che i medici che nel 2014 hanno ricevuto più di 5000 dollari  dalle aziende in genere hanno avuto percentuali più alte di prescrizioni di prodotti branded. Tra gli internisti che non hanno ricevuto alcun pagamento, per esempio, il tasso prescrizione media di specialità branded è risultato pari a circa il 20 per cento, contro il 30 per cento di coloro che hanno ricevuto più di 5000 dollari in regalini dalle aziende.

Secondo l’indagine, inoltre, “i pagamenti delle aziende ai medici sono pratica molto diffusa. A livello nazionale nel 2014, quasi 9 su 10 cardiologi che hanno scritto almeno 1.000 prescrizioni per i pazienti Medicare, hanno ricevuto pagamenti da un’azienda farmaceutica o di dispositivi medici, mentre sono stati 7 su 10 gli internisti e i medici di famiglia” a fare lo stesso.

“I medici hanno a lungo contestato il fatto che i pagamenti ricevuti dalle aziende farmaceutiche possono influenzare il modo in cui prescrivono farmaci”  hanno evidenziato gli autori.

ProPublica.org  ha creato un sito e un’app, Dollars for Doctors, dove è possibile verificare se il medico che si è scelto ha ricevuto pagamenti dalle aziende farmaceutiche nel periodo da agosto 2013 a dicembre 2014.

È inoltre disponibile la lista delle 50 aziende che hanno effettuato più pagamenti in Usa e degli specialisti che hanno ricevuto più fondi e di quelli che li hanno presi più spesso.

Il database di Dollars for Doctors, infine,  registra 3,49 miliardi di dollari in pagamenti, 684 mila medici, 1.135 ospedali che fanno formazione e 1.565 aziende.

Notizia correlata: Now There’s Proof: Docs Who Get Company Cash Tend to Prescribe More Brand-Name Meds

Dollars for Docs 684,915 doctors, $3.49 Bilion in disclosed payments, 1,135 teaching hospitals, 1,565 companies

Notizie correlate: Iperprescrizione, negli Usa la comunicazione ai medici non funziona

N.d.R.: ricordiamo cosa dice in Italia il D.Lgs. 219/06

Art. 120. comma 5. La pubblicità rivolta ai medici può essere realizzata anche attraverso visite dei medesimi ai laboratori e ai centri di ricerca delle imprese farmaceutiche, purché siano orientate allo sviluppo delle conoscenze nei settori della chimica, tecnica farmaceutica, farmacologia, tossicologia, biotecnologie e biochimica.

Art. 123. comma 1. Nel quadro dell’attività di informazione e presentazione dei medicinali svolta presso medici o farmacisti e’ vietato concedere, offrire o promettere premi, vantaggi pecuniari o in natura, salvo che siano di valore trascurabile e siano comunque collegabili all’attività espletata dal medico e dal farmacista.

2. Il materiale informativo di consultazione scientifica o di lavoro, non specificamente attinente al medicinale, può essere ceduto a titolo gratuito solo alle strutture sanitarie pubbliche.

3. I medici e i farmacisti non possono sollecitare o accettare alcun incentivo vietato a norma del comma 1.

Exit mobile version