La vicenda di cui ci occupiamo riguarda una collega XXX che ha dovuto lottare con l’aiuto di alcuni professionisti per il riconoscimento della propria professionalità.
Il lavoro svolto è quello dell’Informatore Scientifico del Farmaco e del rapporto a volte tribolato con il proprio responsabile che invece di essere un moderno manager e coordinatore, si trasforma in “ispettore old style” in obbligo di prevaricare la professionalità, l’indipendenza morale e giuridica dell’ISF (codice deontologico degli Informatori Scietifici del Farmaco).
Da un piccolo episodio, quasi banale, come in questo caso, possono montare “montagne” di magagne quasi insuperabili con provvedimenti disciplinari contestati e comminati dall’azienda di appartenenza ad XXX (fino al licenziamento per aver voluto tutelare i propri diritti) ricorsi a tribunali, risposte che non arrivano da rappresentanti sindacali e colleghi che ti isolano per il timore di finire anch’essi “sotto la lente di ingrandimento”.
Il tutto scontrandosi con le ingenti risorse che le aziende hanno rispetto a quelle di un singolo professionista che prova l’amarezza di sentirsi abbandonato da tutti, presunto “colpevole” di aver leso il rapporto di lavoro fiduciario con l’azienda.
Come sempre anche in questo caso l’accertamento e l’esito non era scontato per XXX che in questo frangente impersonifica la non residuale schiera di colleghi che ancora oggi si sentono “vessati” con ripercussioni non solo in ambito lavorativo ma anche con risvolti psico/fisici importanti.
L’INAIL ha risposto alla pratica istruita da XXX indicando e riconoscendo una “situazione conflittuale organizzativa sul luogo di lavoro, cui è seguito un DPTS (disturbo post traumatico da stress), con menomazione dell’integrità psico fisica e conseguente danno biologico”.
Anche il tribunale, pur con le lungaggini e i tempi dell’ ordinaria risposta giuridica ancora inaccettabili, ha dato risposte favorevoli a XXX
Ma così è stato e potrebbe essere, per i colleghi in difficoltà, una informazione/indicazione per evitare o riconoscere per tempo le disfunzioni legate all’organizzazione del lavoro, e che lo stesso datore di lavoro può presumibilmente causare.
Redazione Fedaiisf
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