Non c’è compiacimento per le notizie provenienti da Bruxelles, ma di certo non si può dire che il MNLF non avesse ampiamente anticipato quali potevano esser le evoluzioni.
Così enunciava la relazione presentata durante l’incontro con la F.O.F.I. dello scorso 29 marz
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti crede che l’unico modo per rispondere alla domanda di maggiore concorrenza che sale dal Paese consiste nel farsi portatori di una proposta riformatrice forte ed inequivocabile.
Una proposta che raccolga le istanze provenienti dalla società civile, le faccia proprie e le interpreti in favore del concetto europeo di proporzionalità della norma. La sfida che abbiamo davanti a noi non è come limitare i danni, ma come conservare il ruolo del farmacista all’interno della società. E’ partendo da questa base che sarà possibile ragionare sugli strumenti migliori per raggiungere obiettivi comuni.
Nella “la filiera del farmaco, proposte di riforma” abbiamo indicato un percorso che tocca tutti gli aspetti relativi alla sfera farmaceutica, in questa sede ci preme sottolineare come una riforma del servizio farmaceutico debba svilupparsi su tre direttrici:
– maggiore concorrenza
– maggiore equità
– pari opportunità
E’ del tutto evidente che l’attuale legislazione non risponde a nessuno di questi requisiti, essa va profondamente modificata in senso liberale annullando la norma che stabilisce la predeterminazione numerica delle farmacie sul territorio, il sistema di calcolo dei margini spettanti alle farmacie, il sistema d’assegnazione degli esercizi disponibili.
Invece di ascoltare l’unica cosa che impegna i vertici di categoria è quella di promuove documenti di facciata, blandire il nuovo governo (dopo aver appoggiato in maniera “sfacciata” quello precedente) e “partorire” fantomatici progetti di “adeguamento della farmacia italiana”, progetti già vecchi ancor prima di esser dati alle stampe.
Sul deferimento dell’Italia non c’è molto altro da aggiungere, per comprendere basta leggere il documento della Commissione e ricordarsi che tutto questo non è frutto della “cattiveria” dei governanti europei ma frutto degli errori dei vertici della categoria (ancora in sella) e di una legislazione “zeppa” di contraddizioni nelle norme e nei comportamenti. La novità è il deferimento di Spagna e Austria.
Sotto accusa, guarda caso, le norme sul contingentamento del numero delle farmacie, norme simili a quelle italiane. La Commissione contesta queste norme e per la Spagna porta l’esempio della Navarra ove il libero esercizio è ormai una realtà.
consigliamo a tutti di leggere questo documento per capire quanto lontana sia l’Italia dal resto dell’Europa
Da “movimento nazionale liberi Farmacisti”
Così enunciava la relazione presentata durante l’incontro con la F.O.F.I. dello scorso 29 marz
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti crede che l’unico modo per rispondere alla domanda di maggiore concorrenza che sale dal Paese consiste nel farsi portatori di una proposta riformatrice forte ed inequivocabile.
Una proposta che raccolga le istanze provenienti dalla società civile, le faccia proprie e le interpreti in favore del concetto europeo di proporzionalità della norma. La sfida che abbiamo davanti a noi non è come limitare i danni, ma come conservare il ruolo del farmacista all’interno della società. E’ partendo da questa base che sarà possibile ragionare sugli strumenti migliori per raggiungere obiettivi comuni.
Nella “la filiera del farmaco, proposte di riforma” abbiamo indicato un percorso che tocca tutti gli aspetti relativi alla sfera farmaceutica, in questa sede ci preme sottolineare come una riforma del servizio farmaceutico debba svilupparsi su tre direttrici:
– maggiore concorrenza
– maggiore equità
– pari opportunità
E’ del tutto evidente che l’attuale legislazione non risponde a nessuno di questi requisiti, essa va profondamente modificata in senso liberale annullando la norma che stabilisce la predeterminazione numerica delle farmacie sul territorio, il sistema di calcolo dei margini spettanti alle farmacie, il sistema d’assegnazione degli esercizi disponibili.
Invece di ascoltare l’unica cosa che impegna i vertici di categoria è quella di promuove documenti di facciata, blandire il nuovo governo (dopo aver appoggiato in maniera “sfacciata” quello precedente) e “partorire” fantomatici progetti di “adeguamento della farmacia italiana”, progetti già vecchi ancor prima di esser dati alle stampe.
Sul deferimento dell’Italia non c’è molto altro da aggiungere, per comprendere basta leggere il documento della Commissione e ricordarsi che tutto questo non è frutto della “cattiveria” dei governanti europei ma frutto degli errori dei vertici della categoria (ancora in sella) e di una legislazione “zeppa” di contraddizioni nelle norme e nei comportamenti. La novità è il deferimento di Spagna e Austria.
Sotto accusa, guarda caso, le norme sul contingentamento del numero delle farmacie, norme simili a quelle italiane. La Commissione contesta queste norme e per la Spagna porta l’esempio della Navarra ove il libero esercizio è ormai una realtà.
consigliamo a tutti di leggere questo documento per capire quanto lontana sia l’Italia dal resto dell’Europa
Da “movimento nazionale liberi Farmacisti”