Che cosa c’è di vero e che cosa c’è di falso su alcune notizie circolate in rete sul virus cinese. Il punto della redazione di Start Magazine con un approfondimento dell’agenzia stampa Agi diretta da Mario Sechi
Start Magazin – 27 gennaio 2020
La commissione nazionale di sanità cinese ha reso noto lunedì 27 gennaio che sono stati registrati 769 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, fino alla mezzanotte di domenica. I decessi legati sono saliti a quota 81, mentre i casi accertati dell’infezione in Cina ammontano a 2.835. Pechino proroga le festività del Capodanno fino al 2 febbraio, mentre si apprende che nel primo caso di infezione la persona colpita non era stata al mercato di Wuhan. Le autorità della Costa d’Avorio stanno intanto effettuando controlli per un sospetto contagio che, se confermato, sarebbe il primo nel continente africano. Si tratta di uno studente ivoriano di rientro da Pechino. Mercati europei in grande difficoltà con la paura per le conseguenze del coronavirus cinese sull’economia globale.
Secondo le autorità sanitarie cinesi, invece, il coronavirus “non è potente quanto la Sars”, ma sta diventando più contagioso. “Da ciò che emerge fino ad ora, questa malattia non è certamente potente quanto la Sars”, ha detto Gao Fu, a capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie. in una
E’ avvenuto in Vietnam il primo contagio da uomo a uomo del coronavirus 2019-nCoV finora registrato al di fuori della Cina. La persona non aveva precedenti di viaggio in nessuna zona della Cina, ma un suo familiare aveva visitato Wuhan, la grande città da cui è partita l’epidemia. La notizia arriva all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che rileva come “nuove informazioni epidemiologiche rinforzino l’evidenza che il virus 2019-nCoV possa essere trasmesso da un individuo a un altro”. E’ un fatto che non stupisce gli esperti, considerando che cominciano a essere significative le evidenze della capacità del nuovo virus di trasmettersi da uomo a uomo. “Siamo già chiaramente a conoscenza che l’infezione può trasmettersi da uomo a uomo e non si vede perché non debba succedere al di fuori della Cina”, osserva l’esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell’Università di di Milano e primario dell’ospedale Sacco
Ecco di seguito l’estratto di un approfondimento dell’Agi, l’agenzia stampa diretta da Mario Sechi, che si può leggere qui nella versione integrale:
Con l’aumentare dell’attenzione generale e dei timori collegati al virus stanno ovviamente aumentando anche le notizie false e allarmistiche. Vediamo, in dieci domande e risposte, quali sono le notizie false, imprecise o esagerate sull’argomento.
IL VIRUS E’ GIA’ ARRIVATO IN ITALIA
Circolano alcune notizie – false – sul fatto che il nuovo coronavirus cinese sarebbe arrivato in Italia. È del tutto falso: ad oggi non è stato registrato nessun caso nel nostro Paese. Il rischio che arrivi qualcuno dalla Cina che ha contratto il virus è “moderato” ma, viste le misure precauzionali che sono state disposte negli aeroporti, il rischio che l’infezione si trasmetta in Italia (e in generale nella Ue) è ritenuto “molto basso”
E’ PERICOLOSO MANGIARE CIBO CINESE IN ITALIA
La preoccupazione è infondata. Come riporta il Corriere della Sera, il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, ha rassicurato sul fatto che «il rischio di contagio non riguarda il cibo, non si corre alcun pericolo mangiando in ristoranti cinesi in Italia».
IL VIRUS E’ LETALE
Non particolarmente. La stragrande maggioranza dei contagiati sopravvive al virus. Per ora su 581 casi confermati i morti sono 17, dunque la percentuale dei decessi causati dal virus è del 3 per cento scarso (meno di 3 pazienti su 100 che hanno contratto il coronavirus 2019-nCoV sono deceduti). Il dato è ovviamente ancora del tutto provvisorio.
Richard Horton, direttore della prestigiosa rivista di medicina The Lancet, il 24 gennaio ha scritto su Twitter: «Un invito alla cautela, per favore. I media stanno aumentando l’ansia parlando di “virus killer” + “crescenti paure”. In verità, da quello che sappiamo attualmente, 2019-nCoV ha una trasmissibilità moderata e una patogenicità relativamente bassa. Non c’è motivo di incoraggiare il panico con un linguaggio esagerato».
E’UN COMPLOTTO PER VENDERE I VACCINI
No, non esiste ancora un vaccino per il coronavirus 2019-nCoV.
Sono circolate alcune notizie false e teorie cospirazioniste in proposito, che sostenevano la diffusione del virus fosse in qualche modo un complotto delle grandi industrie farmaceutiche per vendere più vaccini. Si tratta ovviamente di bufale che sono state già dimostrate false.
E’ UN VIRUS BREVETTATO ANNI FA
Secondo alcuni utenti di Twitter di origine americana il coronavirus cinese sarebbe stato brevettato nel 2015 dal Pirbright Institute. Il brevetto sarebbe poi stato approvato dal governo degli Stati Uniti.
La notizia è – ovviamente – falsa. Come hanno svelato i fact-checker americani di Snopes.com, l’azienda ha in realtà chiesto un brevetto per creare un vaccino per prevenire malattie di tipo respiratorio in uccelli e altri tipi di animali. Questo virus non è però dello stesso ceppo che si sta diffondendo in Cina in questi giorni.
LO HANNO TRASMESSO I SERPENTI
Forse. Lo sostiene un la ricerca condotta da un team di ricercatori cinesi. Ma, come scrive la prestigiosa rivista scientifica Nature, altri scienziati sostengono però che non ci siano prove a sufficienza per sostenere che questi virus possano infettare altre specie diverse da mammiferi e uccelli.
E’ UNA NUOVA SARS
È troppo presto per dirlo. Alcune caratteristiche sembrano simili a quelle della Sars – i sintomi, l’origine in Cina, la probabile origine animale – ma non si sa ancora abbastanza su come si trasmette il nuovo coronavirus e sulle sue caratteristiche genetiche per fare un confronto scientificamente affidabile.
Di sicuro, come riporta l’Oms, il nuovo coronavirus, a differenza della Sars, non sembra essere caratterizzato da un elevato rischio di trasmissione al personale medico all’interno degli ospedali. Anche il conto dei morti non è al momento paragonabile: oltre 800 con la Sars, 17 con il coronavirus 2019-nCoV.
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