Il passaggio dalla fascia A alla C ha comportato il passaggio da un costo per il SSN di 15,79 euro a 387,84 euro per il paziente e la valida alternativa terapeutica individuata, di fatto, non va bene per tutti, come certificano gli specialisti
Fino a qualche mese fa, il medicinale era in fascia A e quindi a carico del SSN; successivamente è stato riclassificato dall’AIFA, anche su richiesta del produttore, che lo ha incluso tra quelli di fascia C, quindi a carico dei cittadini, perché esistono alternative terapeutiche.
Risultato: si è passati da un costo per il SSN di 15,79 euro a 387,84 euro per il paziente e la valida alternativa terapeutica individuata, di fatto, non va bene per tutti, come certificano gli specialisti. La denuncia arriva dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva che nelle scorse settimane si è vista sommergere da segnalazioni per l’accaduto.
«Nel passaggio dalla fascia A alla fascia C di alcuni farmaci, soprattutto se indispensabili e insostituibili per patologie gravi, a rimetterci non possono essere i pazienti che, a causa del vertiginoso aumento dei costi scaricati sulle loro tasche (oltre 300 euro a confezione)», ha commentato il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del
Farmaci difettosi. Aifa, stop all’uso del medicinale Venosmine 450 mg della ditta Geymonat S.p.A
Un comunicato dell’AIFA, l’Agenzia Italiana per il Farmaco è eloquente nel precisare che:
” Sì fa seguito al provvedimento di divieto di utilizzo prot. n. AIFA/PO/91522 del 04/09/2013,limitatamente ai lotti del medicinale Venosmine 450 mg buste AIC 024062085 della ditta Geymonat S.p.A sita Anagni (FR ) Via S. Anna n° 2;
• visto che l’Istituto Superiore di Sanità ha completato le analisi di alcuni lotti del medicinale
• Vista la nota prot. n. 38179 del 18/11/2014, pervenuta in AIFA in data 21/11/2014, in cui
l’ISS ha espresso parere non favorevole sui lotti nn. 122502 scad. 05/2017, 122501 scad. 01/2017, 132502 scad. 02/2018 del succitato medicinale;
si dispone
ai sensi del|’art. 142 del D. L.Vo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, il ritiro su tutto il territorio nazionale dei lotti sopra specificati.
Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale.. lL PRESENTE PROVVEDIMENTO ANNULLA IL PRECEDENTE PROT. AEEA/PQ/P/127646 DEL 04/12/2014.
Il divieto è scaturito dalle risultanze di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone e condotta dal N.A.S. Carabinieri di Latina congiuntamente con l’Agenzia Italiana del Farmaco, che hanno già portato nel giugno 2013 al ritiro dei lotti di Ozopulmin prodotto dalla ditta Geymonat, ed al divieto di utilizzo di tutti i lotti in corso di validità dei medicinali tra cui il Venosmine fabbricati presso la stessa officina di produzione Geymonat, a causa di sospetti difetti di qualità. Si tratta di un provvedimento, emanato dall’AIFA a conferma dei risultati delle verifiche straordinarie che sono state disposte per tutte le confezioni in commercio prodotte dell’azienda, per un valore stimato di diversi milioni di euro, adottato a seguito di costanti azioni di monitoraggio volte a ridurre ogni rischio, anche solo ipotetico, per la salute dei pazienti, legate nello specifico alla possibile presenza di un quantitativo di principio attivo inferiore a quello approvato e indicato in etichetta.
In virtù di tale comunicazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l’uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del Venosmine 450 mg .
Scritto da Editorial Staff il 12 dicembre 2014 – Italinews
Ritirati dal mercato alcuni lotti dello sciroppo per la tosse Bisolvon
Articolo pubblicato il: 12/12/2014 – adnkronos
La misura – relativa a diversi lotti del Bisolvon 2 mg/ml, soluzione orale flacone 40 ml – è stata disposta a seguito di risultati fuori specifica per contenuto di principio attivo e conservante.
ATTENZIONE AL CIALIS COL PEZZOTTO.
L’agenzia federale per farmaci e prodotti per la salute olandese (IGZ) ha preventivamente rimosso dal mercato un lotto del farmaco CIALIS 20 mg, lotto n. (2.251.489, data di scadenza 08/2016) importato parallelamente dall’ Italia sospettato di essere contraffatto, come annuncia sul suo sito Web.
Il farmaco sospettato di essere contraffatto presenta le seguenti caratteristiche:
– assenza dell’ologramma tipica sull’imballaggio secondario;
– etichette di tracciabilità presenta lo stesso cifra identificativa su tutti i pacchetti, con il numero di serie 009.746.984;
– materiali di imballaggio non corrispondono al vero e proprio prodotto di Eli Lilly.
– numeri di lotto e scadenze corrispondono ad una vera partita da Eli Lilly commercializzato in Spagna e in Italia.
Le confezioni contraffatte sono state vendute ad un commerciante olandese in parallelo dal grossista Pharmazena SrI (IT), che li acquistati da un altro operatore italiano, che è in fase di ispezione da parte dei Carabinieri dei NAS.Un pacchetto è stato inviato al Forensic Laboratories Lilly a Indianapolis (USA) per ulteriori indagini e test.Non si conoscono ad oggi eventi avversi per quanto riguarda il numero di lotto Coinvolto (C251489) di CIALIS 20 mg.CIALIS si usa per trattare uomini con disfunzione erettile (detta anche impotenza), che consiste nell’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente per un’attività sessuale soddisfacente. Affinché CIALIS abbia effetto, è necessaria la stimolazione sessuale. Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica.A seguito della valutazione dei dati presentati, si è deciso di sospendere preventivamente le autorizzazioni all’immissione in commercio del medicinali interessato”, indica l’agenzia.Poichè in Italia non nessuna segnalazione in merito, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, alla luce della decisione dell’autorità olandese ed inoltrata ad AIFA, invita alla massima attenzione tutti i consumatori interessati anche nel nostro paese e specificatamente coloro che hanno l’intenzione di acquistare in rete il farmaco in questione.
Farmaci contraffatti. Aifa, stop all’uso di un lotto del medicinale Augmentin della ditta Medìfarm Srl
” A seguito della segnalazione proveniente dalla ditta GIaxoSmithKlìne e successivamente dalla ditta Medifarm in indirizzo, concernente etichette interne in lingua rumena in confezioni del medicinale ” Augmentin 12 compresse rivestite 875+125 mg ”, AIP n. 039785047, della ditta Medìfarm Srl, sita in Roma, via Tiburtina, 1166, ai sensi dell’art. 70 del D. L.vo 219/2006 e per la motivazione sopra evidenziata, comunicasi il ritiro di tutti i lotti del medicinale. Resta inteso che, nelle more del ritiro, il medicinale sopra riportato non potrà essere utilizzato.
La ditta Medifarm Srl dovrà assicurare l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione della presente comunicazione. Il Comando Carabinieri perla Tutela della Salute è invitato a verificare l’avvenuto ritiro e, in caso di mancato adempimento da parte della ditta interessata, procederà al sequestro dei lotti del medicinale.
In virtù di tale comunicazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai pazienti in trattamento con il medicinale di verificare il numero di lotto e, nel caso corrispondesse a quello ritirato, di sospenderne l’uso e di rivolgersi al proprio medico per una nuova prescrizione. Sempre al medico di famiglia gli assistiti potranno rivolgersi per ottenere qualunque tipo di chiarimento sul provvedimento e per avere maggiori informazioni sui motivi che hanno portato al ritiro dal mercato del Augmentin.
Allarme Voltaren, Moment, Buscofen e altri 24 medicinali noti. Pericolo infarto per chi li usa abitualmente. Ecco quali
Gli studiosi hanno messo sotto accusa tutte le famiglie di medicinali a base di ibuprofene, il principio attivo dalle proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antipiretiche, contenuto appunto nel Moment, e le famiglie di farmaci, come Voltaren, che contengono il diclofenac, altro farmaco antinfiammatorio non steroideo. La ricerca in questione, portata avanti dall’Università di Nottingham e pubblicata sul British Medical Journal, ha visto le ricercatrici Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland impegnate nell’osservazione di 9.218 pazienti che avevano già avuto un primo episodio di infarto, prendendo in considerazione vari fattori di rischio quali età, malattie cardiovascolari diagnosticate, fumo.
Nel corso dello studio è stato riscontrato che il rischio di incorrere in un attacco cardiaco era maggiore nei soggetti che avevano assunto i farmaci presi in esame nei tre mesi precedenti al loro episodio di infarto. I risultati hanno evidenziato che l’assunzione di ibuprofene aumenta del 24% il rischio di infarto, addirittura ancora maggiore, fino al 55%, per chi assume il diclofenac. Queste cifre hanno spinto le ricercatrici, che hanno sottolineato come “circa 1 persona sopra i 65 anni di età su 1000 avrà un infarto dovuto al consumo di ibuprofene (una cifra allarmante se si pensa che i consumatori abituali sono diversi milioni, circa 9 solo in Gran Bretagna)”, a portare l’attenzione sulla necessità di un’indagine approfondita sugli effetti anche gravi che questa tipologia di farmaci può avere sul cuore, mentre ricercatori dell’Università di Berna ritengono che tali risultati potrebbero essere spiegati anche da altri fattori.
Ecco la lista dei farmaci che contengono i principi attivi incriminati:
- Subitene
- Momentdoll
- Arfen
- Brufen
- Antalfort
- Spidifen
- Sinifev
- Nurofen febbre e dolore bambini
- Antalfebal bambini
- Actavis
- Ginenorm
- Cibalgina due fast
- Momentact
- Moment
- Algofen
- Antalgil
- Calmine
- Buscofen
- Vicks flu-action
- Nurofast
- Fenadol
- Dealgic
- Deflamat
- Voltfast
- Algosenac
- Ribex flu
Anche l’Australia sta valutando se togliere dal mercato il Voltaren. Il noto farmaco a base di diclofenac, infatti, è stato al centro di una ricerca sugli effetti collaterali di questo principio attivo svolta in Danimarca e che ha coinvolto 2,5 milioni di volontari. Secondo i risultati dello studio, il diclofenac aumenta sensibilmente le probabilità di avere un infarto, e il rischio è molto più alto di quanto hanno sin qui detto le vecchie ricerche, specialmente tra i pazienti in salute e senza particolari patologie al sistema cardiocircolatorio. Ecco perché in Australia e Nuova Zelanda, dove il farmaco è venduto senza prescrizione del medico, si sta discutendo molto della possibilità di ritiro dal mercato.
Lo studio, della durata di otto anni, è stato condotto da un team di ricerca presso il Gentofte University Hospital (Copenhagen) e ha coinvolto due milioni e mezzo di volontari sotto trattamento con antinfiammatori non steroidei (FANS) come aspirina, ibuprofene e ketoprofene. Associando a questi farmaci il diclofenac, il rischio di infarto è aumentato dell’86% in soggetti inizialmente non esposti a questo rischio. David Henry, docente presso la University of Newcastle (Nuovo Galles del Sud, Australia), è convinto che il farmaco debba essere subito ritirato dal mercato:
Il medicinale ha ormai esaurito il suo scopo. Si tratta di un farmaco datato e ora è dimostrata la sua tossicità. Ci sono alternative più sicure. Non c’è ragione di averlo ancora sul mercato, sia sotto prescrizione che come medicinale da banco.
12/12/2014 – Informare per resistere
Riferimenti:
[1] www.theguardian.com [2] www.theguardian.com [3] British Medical Journal [4] www.nottingham.ac.uk [5] www.webmd.com [6] www.medscape.com [7] annals.org
Fonti: