E’ originario del Cilento Angelo Schiavo, dg di Fidia Farmaceutici: è considerato il Marchionne del settore
Il suo messaggio ai giovani del territorio: mai rinunciare ai propri sogni.
“Mai rinunciare ai propri sogni. Impegno, sacrificio, onestà e determinaizone possono portare a grandi risultati”. È il messaggio che Angelo Schiavo originario di Vallo della Lucania lancia ai giovani cilentani. Oggi il direttore generale Italia di Fidia Farmaceutici è considerato il Marchionne del settore farmaceutico ma non dimentica le sue origini, i sacrifici fatti per raggiungere il successo personale e professionale,
“Ho iniziato – racconta – dalla gavetta, come informatore scientifico, e ne vado orgoglioso, tutto quello che poi sono riuscito a conquistare lo devo unicamente al mio impegno e alla mia professionalità, ”. Una rigorosa educazione familiare, prima ancora che scolastica, ha segnato le sue regole, trasferite poi ad ogni azienda che gli è stata affidata, sempre vista in termini di senso di appartenenza, come maglia, come “credo”, in un’osservanza al limite del maniacale dei principi di rispetto e legalità, senza compromessi o scorciatoie di basso profilo. Per questo ai giovani cilentani dice di impegnarsi e non aspettare che la politica “li sitemi“. In maniera veritiera e pertinente il suo percorso lavorativo viene accostato a quello del compianto Sergio Marchionne.
La storia del primo, recentemente e prematuramente scomparso, è ben nota al grande pubblico, essendo legata alla principale azienda automobilistica italiana, quella di Angelo Schiavo è ovviamente conosciuta solo a chi vive il mondo del farmaco.
“Entrambi paladini del valore Italia – scrive la rivista Pianeta Medicina & Salute che ha dedicato a Schiavo la copertina dell’ultimo numero – e convinti difensori dei valori profondi del Paese, in un contesto economico-finanziario che ha portato a livelli di disoccupazione senza precedenti Marchionne e Schiavo hanno saputo creare posti di lavoro, spesso in controtendenza rispetto al clima di generale contrazione che ha contraddistinto la crisi del secondo ventennio di questo secolo”.
“Mi sono sempre piaciute le sfide – ribadisce Schiavo – e rimettendomi addosso, metaforicamente, la divisa giovanile di ufficiale dei carabinieri, che ho indossato in anni davvero di fuoco, molte volte mi sono considerato un militare prestato al settore farmaceutico, che come tutte le attività umane ha bisogno di ordine, regole e valori morali”. Atteggiamento incompatibile coi “salotti buoni” della politica e dell’economia, tipico di chi guarda lontano, sempre pronto a metterci la faccia, incurante di critiche malevole, sempre in prima fila a risolvere i problemi.
“Determinazione, competenza, professionalità sono caratteristiche di base fondamentali – ribadisce Schiavo – ma è l’attaccamento “alla maglia” che può fare la differenza, e qui tornano altri giovanili ricordi, di quando ero arbitro di calcio (di ottime speranze: mi chiamavano “il Michelotti del Sud…” poi la vita mi ha portato altrove con la consapevolezza che la mia terra rimane un valore indissolubile