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I primi due mesi del 2015 confermano una tendenza ormai consolidata negli ultimi 5 anni: la spesa netta tra gennaio e febbraio cala di un ulteriore 1% dopo il -3% del 2015. Il tetto di spesa programmato dell’11,35% viene rispettato anzi siamo addirittura al disotto, ad un 10,83% con un risparmio per il Servizio sanitario nazionale di circa 97 milioni di euro rispetto a quanto era stato stanziato.
E che il fenomeno sia ormai consolidato lo si evince da un dato incontrovertibile: il prezzo medio dei farmaci erogato in regine Ssn è calato del 23,5% negli ultimi 5 anni. È l’effetto “generico”, ma anche e soprattutto la continua e progressiva uscita dell’innovazione farmacologica dalla farmacia territoriale. Senza ombra di dubbio è la Farmacia territoriale quella che contribuisce in maniera sostanziale alla tenuta dei conti. Ma i conti sono veramente in ordine? Risposta semplice: No.
E allora forse sarebbe più giusto guardare alla spesa totale. L’ospedale si è “mangiato” tutto il risparmio territoriale, il tetto globale previsto del 14,85% si assesta ad un 16% con un disavanzo in due mesi di circa 230 milioni di euro. Solo Lombardia ed Emilia insieme alle “piccole” Val d’Aosta e Trentino rispettano il tetto globale. Tutte le altre sono già in rosso con i maggiori scostamenti assoluti in Puglia, Campania, Lazio, Sardegna e Toscana. E in conclusione il cittadino contribuisce sempre di più: l’anno scorso 1,5 miliardi di euro nei primi due mesi già oltre 260 milioni con un trend in continua crescita.
Carlo Ranaudo
Docente di farmacoeconomia. Dipartimento di Farmacia, Università di Salerno
Martedì, 09 Giugno 2015 – Farmacista33
Sempre più italiani pagano cure, +1 mld spesa in 2014
E’ quanto emerge da una ricerca Censis-Rbm Salute dal titolo ‘Oltre l’attuale welfare integrativo: rinnovare la previdenza complementare e la sanità integrativa‘. Oltre 9 milioni di italiani hanno effettuato visite specialistiche nell’ultimo anno nel privato a pagamento intero (2,7 milioni di questi sono persone a basso reddito): a spingerli sono le lunghe liste d’attesa nelle Asl e negli ospedali.
Cresce anche l’incertezza degli italiani sulle spese per la salute. Il 63,4% si dichiara insicuro rispetto alla copertura sanitaria futura. E non a caso il 54% degli italiani indica come priorità del welfare la riduzione delle liste di attesa.
Agenas, Economo figura chiave
Efficienza e trasparenza nel settore sanitario “dipendono anche dalla specificità professionale degli economi e dei provveditori. Abbiamo trascurato per troppo tempo questa evidenza, alimentando così forti elementi di criticità sia per quanto riguarda l’appropriatezza negli approvvigionamenti, sia per quanto riguarda il verificarsi di fenomeni corruttivi che interessano il settore e, in particolare, gli acquisti in sanità”.
Ne è convinto Francesco Bevere, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che lo ha detto a margine della giornata formativa proposta dall’Ael ‘Gli indirizzi del nuovo Codice degli appalti’. “La centralizzazione degli acquisti – prosegue – sortirà gli effetti sperati se la responsabilità delle centrali di acquisto sarà affidata a professionisti preparati e in grado di garantire il possesso di requisiti e di competenze altamente qualificate e certificate”.