SPARITO IL MINISTERO DELLA SALUTE, ORA AUMENTERA’ LA DISPARITA’ TRA NORD E SUD?


Nel nuovo governo, la gestione del Servizio Sanitario sarà affidata alle singole Regioni, che però non hanno tutte le stesse disponibilità economiche. Preoccupano soprattutto la differenza di interventi e le terapie per i bambini

Questo è il primo governo in cui non c’è il ministero della Salute, assorbito nell’ambito del Welfare, che comprencle anche il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il bilancio di circa 100 miliardi di euro andrà quasi completamente devoluto alle Regioni, che già da alcuni anni sono responsabili della gestione del Servizio Sanitario. Si tratta di un provvedimento utile, perché non vi è dubbio che a livello regionale si possono meglio identificare, programmare e finanziare le necessità locali dei molteplici enti che si occupano di sanità. Tuttavia, come per tutte le decisioni organizzative, anche le migliori, è importante considerarne i possibili aspetti negativi per poterli prevenire. Le Regioni non sono tutte uguali: ve ne sono di grandi e di piccole, di ricche e di povere. I livelli di salute che si possono misurare con vari parametri sono molto diversi nelle varie Regioni italiane: una differenza per tutte, forse la più preoccupante, è la mortalità infantile. È profondamente ingiusto che chi ha la disgrazia di avere una diagnosi di tumore in Lombardia trovi molti istituti ben attrezzati, mentre in Sicilia non abbia a disposizione analoghe istituzioni specializzate. Quanti sono i viaggi della gente del Sud che cerca la soluzione per le sue malattie al Nord o all’estero? Certamente molti, e rappresentano un’ingiustizia nell’ingiustizia: sono le classi socio-economiche più elevate, infatti, quelle che possono avere accesso ai servizi anche lontani dalla loro residenza; i poveri ipesso non si rendono conto delle differenze fra le varie istituzioni e comunque ìanno meno risorse per affrontare viaggi e soggiorni in altre Regioni. La situazione a favore del Nord rispetto al Sud va risolta pianificando le risorse necessarie per rendere l’Italia più omogenea. In questo senso è molto importante potenziare e migliorare la struttura Stato-Regioni per far sì che il miglioramento delle Regioni più evolute non aumenti il divario rispetto a quelle meno efficienti. Ciò può essere attuato solo attraverso interventi di supplenza e di collaborazione, che lo Stato può catalizzare: piccole Regioni possono unire le loro forze o Regioni più organizzate adottare quelle meno evolute. Lo Stato negli anni passati ha in qualche modo previsto questa situazione istituendo i LEA, cioè i livelli essenziali di assistenza, che sono tutti quegli interventi diagnostici, terapeutici e riaII ministero della Salute: il governo Berlusconi l’ha inglobato nei dicasteri di Lavoro e Politiche Sociali, con a capo Maurizio Sacconi. bilitativi che devono essere garantiti nell’intera Italia. Resta il fatto che le liste d’attesa non sono uguali in tutte le Regioni. Quanto ai farmaci, l’Agenzia Italiana per il Farmaco deve selezionare quelli che mostrano caratteristiche di efficacia e metterli gratuitamente a disposizione di tutto il Paese. Anche in questo caso, tuttavia, la situazione non è omogenea perché in qualche Regione si paga il ticket mentre in altre no. In qualche caso, come in Toscana, si sono addirittura aperti reparti di Medicina alternativa, una decisione su cui varrebbe la pena di riflettere in rapporto con il caso di Firenze dove una bambina diabetica è morta perché l’insulina era stata sostituita da prodotti omeopatici. C’è quindi un grande rischio che, per quanto riguarda la Sanità, il nostro Paese possa diventare c

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