L’ultima bufala sta colpendo le multe stradali: da ieri sui vari social network gira la notizia secondo cui dal primo maggio entrerebbe in vigore un fantomatico nuovo Codice della strada, che
Ma di fondato, finora, non c’è nulla. Salvo il fatto che una novità di questo tipo potrebbe forse arrivare in estate, ma non certo in un nuovo Codice della strada (il cui disegno di legge langue in Parlamento da quasi quattro anni): potrebbero infilarla in un decreto legge, rinverdendo la tradizione (che negli ultimi anni si era un po’ persa) dei provvedimenti-spot estivi che funzionano più sui media che sulla strada.
Si parte dall’allarme rilanciato alla vigilia dell’esodo pasquale dal direttore della Polizia stradale, Giuseppe Bisogno: ormai negli ultimi anni il nemico numero uno della sicurezza pare essere la distrazione e quindi occorre contrastare l’uso scorretto degli smartphone in auto. Ma le armi sono poche. A partire da sanzioni fissate nel 1992 e raddoppiate nel 2003, quando si chattava molto meno.
È anche per questo che oggi i 161 euro di multa (riducibili del 30%, a 112,70 euro, pagando entro cinque giorni) e i cinque punti di decurtazione fanno poca paura: la sospensione della patente (da uno a tre mesi, che poi preclude la possibilità di fruire del 30% di sconto) è prevista solo per chi ripete l’infrazione e solo se lo fa nel giro di un biennio.
( … continua su il Sole 24 ORE del Maurizio Caprino)
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