Roma, 6 maggio – “Diamo a Cesare quel che è di Cesare: riconosciamo l’ammirevole capacità imprenditoriale della FIMMG, il sindacato di maggioranza dei medici di medicina generale, per aver siglato accordi con regioni per l’utilizzo della loro piattaforma informatica, la Net Medica Italia, obbligando, così, tutti i medici di quelle regioni ad usufruirne.
“Come si può tutelare l’interesse del lavoratore se si stringono accordi con risvolti economici con la parte pubblica, non inerenti agli interessi dei professionisti di settore ma quelli di una sigla sindacale, sostituendosi addirittura allo Stato nella gestione di compiti, che gli sono propri, come la formazione? Come si mantiene la terzietà rispetto alle industrie farmaceutiche quando ci si fa finanziare, non un corso ECM, bensì l’intera formazione di categoria? Sono queste alcune domande a cui vorremmo risposte chiare” continua Liliana Lora.
“Dove rimane la libertà del professionista nello scegliere da chi farsi rappresentare, quando i suoi strumenti di lavoro e la sua formazione sono in mano ad un’unica parte, che peraltro fa accordi, con gli stessi datori di lavoro? I rischi per la categoria medica sono la marginalizzazione e l’emarginazione di grosse frange di professionisti a cui verrà impedito di apportare i loro contributi, le loro proposte e la partecipazione attiva”.
“A questo punto è lecito chiedersi: ma che cosa è un sindacato? L’organizzazione sindacale viene definita associazione di lavoratori che tutela gli interessi professionali collettivi. Questo agire è attinente a fare sindacato oppure, semplicemente, rientra in un’attività da imprenditore?”.
“Per queste ragioni, parafrasando un vecchio detto, diamo certo a Cesare quel che è di Cesare … Ma forse il resto è meglio sia tutelato da chi non ha altri obiettivi se non la difesa della libertà professionale e dei diritti della categoria medica” conclude il Vice Presidente Nazionale Vicario SMI.
L’ufficio Stampa SMI – 6 maggio 2020
Accordo tra i sindacati medici e il colosso francese Sanofi, contestazioni in tutta Italia
Redazione Cagliari On Line – 4 maggio 2020
Zuncheddu: “Ci troviamo di fronte ad un’operazione finanziaria con la quale uno dei più potenti gruppi farmaceutici a livello mondiale mira a sostituirsi, con la sua gestione, ai doveri dello Stato nella formazione dei medici e nella ristrutturazione del Sistema Sanitario pubblico”
Contestazioni in tutta l’Italia sull’accordo di sindacati medici con il colosso della farmaceutica Sanofi, l’accusa di Claudia Zuncheddu, portavoce di Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica:
Ci troviamo di fronte ad un’operazione finanziaria con la quale uno dei più potenti gruppi farmaceutici a livello mondiale mira a sostituirsi, con la sua gestione, ai doveri dello Stato nella formazione dei medici e nella ristrutturazione del Sistema Sanitario pubblico.
La “grande valenza strategica dell’industria del farmaco”, pubblicizzata dai firmatari dell’accordo, è indubbiamente un passo avanti nel contesto della nuova privatizzazione del Sistema sanitario pubblico, una privatizzazione, che per sua natura, non ha al centro le esigenze e i bisogni crescenti dei pazienti ma il proprio profitto d’impresa.
In questo particolare momento, con le emergenze che si sovrappongono in ambito sanitario, ci attenderemmo dallo Stato e dalle sue più alte istituzioni locali, azioni tese al ripristino di un Sistema Sanitario pubblico efficiente, al servizio dei cittadini e non l’abdicazione dei propri doveri istituzionali a favore di potenti lobby del farmaco.
La salute pubblica e la formazione dei medici non sono merce da immettere nei mercati finanziari in nome del Pil, ma fondamentalmente un diritto inalienabile e non monetizzabile. La ricerca e la medicina non possono sacrificare la propria indipendenza scientifica sull’altare dei finanziamenti privati”.
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