Può essere sorprendente ma sì: per trattare una determinata patologia, i medici possono scegliere di prescrivere un farmaco che è stato originariamente sviluppato per trattarne un’altra. Così, può capitare che la pastiglia che si prende da anni per la gestione dell’ansia sia in realtà un anti-epilettico, o che il farmaco che ci hanno prescritto come profilassi per l’emicrania sia stato testato, in origine, come trattamento della depressione. Sono i cosiddetti farmaci off-label (“fuori etichetta”): medicinali utilizzati al di fuori delle condizioni (es. patologie, classi di pazienti, dosaggi) per cui sono stati autorizzati (1). Una
È legale prescrivere farmaci off-label?
In Europa, come anche negli Stati Uniti, sono le agenzie regolatorie a stabilire, sulla base di rigide analisi effettuate per valutare il livello di efficacia, sicurezza e qualità del prodotto, quali farmaci possono essere venduti (e quindi prescritti) nell’ambito di patologie specifiche (4). La normativa che regola l’utilizzo dei farmaci off-label sancisce che il medico deve attenersi alle indicazioni terapeutiche e alle modalità di somministrazione definite dall’autorizzazione all’immissione sul mercato, in quanto valutate nelle varie fasi di sperimentazione del farmaco (5). Tuttavia, come specificato anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), “la legge permette un uso ‘diverso’ del farmaco qualora il medico curante, sulla base delle evidenze documentate in letteratura e in mancanza di alternative terapeutiche migliori, ritenga necessario somministrare un medicinale al di fuori delle indicazioni d’uso autorizzate. La prescrizione di farmaci off-label è dunque consentita e disciplinata da un punto di vista normativo e rappresenta un’importante opportunità che può portare a progressi significativi nella conoscenza e nella terapia di alcune patologie” (6).
Quali sono i benefici?
Dottore… ma è pericoloso?
L’utilizzo di farmaci off-label comporta anche una serie di rischi, specie nei casi in cui questi vengono prescritti in assenza di evidenze scientifiche solide che lo giustifichino. Il loro impiego, si legge in un articolo del 2006 del Bollettino di informazione sui farmaci (ex rivista dell’AIFA) “espone il paziente a rischi potenziali, considerato che l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci sono state valutate su popolazioni diverse da quelle oggetto della prescrizione off-label. Pertanto, è necessario che il medico, oltre ad avvalersi del consenso informato del paziente, spieghi il razionale della terapia, il rischio di possibili eventi avversi, e quali dati di efficacia sono effettivamente disponibili nell’uso off-label del farmaco che si intende somministrare” (6). In alcuni casi, infatti, è accaduto che dei medici venissero denunciati a causa di effetti collaterali emersi in seguito alla somministrazione di un farmaco off-label (9).
Bibliografia
- 1 . Day R, “Off-label prescribing”. Australian Prescriber 2013; 36: 182-3
- 2 . Radley DC, Finkelstein SL, Stafford RS, “Off-label prescribing among office-based physicians.2 Arch Intern Med 2006; 166: 1021-6
- 3 . Shah SS, Hall M, Goodman DM, et al. “Off-label drug use in hospitalized children”. Arch Pediatr Adolesc Med 2007; 161: 282-90
- 4 . European Commission – Directorate-general for health and food safety. STAMP 6/30. Off-label use of medicinal products
- 5 . Art. 3 D.Lgs. 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, nella Legge 8 aprile 1998, n. 94.1.
- 6 . Dri P, “Off-label. Bollettino di informazione sui farmaci” 2006; 3: 140-1
- 7 . Dresser R, Frader J, “Off-Label Prescribing: A Call for Heightened Professional and Government Oversight”. J Law Med Ethics 2009; 37: 476-96
- 8 . Stafford RSS, “Regulating Off-Label Drug Use — Rethinking the Role of the FDA”. Nejm 2008; 358: 1427-9
- 9 . Hartle A, Malhotra S, “The safety of propofol”. BMJ 2009; 339: 928-9
Il Pensiero Scientifico FNOMCeO – Dottore ma è vero che…?