Dal ministero arriverà presto la lista delle patologie che prevedono analisi necessarie, negli altri casi si dovrà invece pagare di tasca propria. Il ministro Lorenzin: “Solo efficientamento, non c’è più niente da tagliare”
di F. Q. | 27 luglio 2015 | Il Fatto Quotidiano
“Sono perfettamente d’accordo con la road map indicata dal commissario – attacca Lorenzin – Niente tagli lineari, anche perché non c’è più niente da tagliare: c’è invece la possibilità di recuperare risorse grazie a una maggiore efficienza e a una nuova organizzazione. Si calcola una cifra intorno ai 30 miliardi ma se riusciamo a trovarne 10 mi accontento”. L’obiettivo è rastrellare dieci miliardi di euro in 3-4 anni puntando ai 13 miliardi che scivolano via con prescrizioni e visite superflue . Cifre che sarebbero dovute servire per ammodernare la sanità, ma che secondo Gutgeld “possono essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”. “Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema – sostiene il ministro Lorenzin – poi se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi”.
Il ministro della Salute vorrebbe che “i risparmi siano utilizzati per coprire i buchi che abbiamo nella ricerca, per rendere disponibili a tutti i nuovi farmaci salvavita, e per sbloccare il turn over. Nella sanità italiana abbiamo bloccato il ricambio generazionale e stiamo disperdendo un capitale umano sul quale abbiamo investito miliardi in formazione”.
“Le ricette non sono assolutamente nuove”, protesta però Rosanna Dettori, segretaria generale della Fp Cgil. “C’è preoccupazione: dovendo tagliare 35 miliardi per il taglio delle tasse si fanno le solite scelte, si va sulla sanità e sugli enti locali che però sono già al collasso”.
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