di Chiara Daina | 30 maggio 2014 Il Fatto Cronaca
La memoria ha le gambe corte. Premesso che è doverosa e giusta la richiesta del risarcimento di 1,2 miliardi di euro da parte del ministero della Salute alle società svizzere Roche e Novartis per i danni causati al Sistema sanitario nazionale, non si può dire che il problema della speculazione delle case farmaceutiche sulla salute dei cittadini sia risolto. E certo non sarà neanche una multa dell’Antitrust (quella da 180 milioni di euro che i due colossi svizzeri si sono beccati lo scorso marzo) a impedire che Big Pharma continui a fare profitto sulla vita e la morte delle persone. Non è servito a nulla sanzionare nel 2012 la Pfizer di 10,6 milioni di euro per aver creato il monopolio del latanoprost, la molecola per la cura del glaucoma. Né costringere la ditta americana a risarcire lo Stato italiano sborsando 14 milioni di euro. Inutile anche la multa di 2,3 miliardi di dollari comminata nel 2009 dagli Stati Uniti per il Bextra, un antiinfiammatorio, poi ritirato dal mercato. A molto poco sono valse una serie di altre pene pecuniarie stratosferiche: quella da 1,4 miliardi di dollari alla Eli Lilly per aver messo in commercio illegalmente un antipsicotico, lo Zyprexa, con effetti dannosi (2009); quella da