Nel Lazio, in particolare, il primo mese di dematerializzazione ha visto un bell’allungo delle ricette digitali, che a fine mese rappresentavano già il 25% del totale. In Lombardia, invece, le prescrizioni paperless sono cresciute dal 2% di gennaio al 35% di agosto e a fine settembre hanno superato il traguardo del 50%. Si ripete in sostanza la dinamica già osservata nelle regioni che oggi guidano la classifica della dematerializzazione: una forte accelerazione e poi l’assestamento su livelli superiori all’80%. E’ il caso di Veneto, provincia di Trento e Sicilia, il terzetto di testa, dove la dematerializzazione oscilla oggi tra l’87 e l’83%. «Sulla base dell’esperienza consolidata» è allora la previsione di Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma «ritengo che nel giro di 5 o 6 mesi il paperless coprirà l’80-85% di tutte le ricette del Ssn».
In questa gigantesca opera di dematerializzazione (in un anno il Ssn conta circa 600 milioni di ricette per farmaci rimborsati), il contributo assicurato dalle farmacie del territorio è stato e continua a essere decisivo: Stato e Regioni non hanno dovuto sborsare un centesimo per gli aggiornamenti informatici, gli adeguamenti hardware (i lettori ottici dei codici a barre, per esempio) e la formazione del personale. Tutt’al più, qualche amministrazione ha erogato contributi o incentivi alle piccole farmacie per i collegamenti a banda larga nelle aree meno servite. (AS)
In Calabria medici senza ricettari e impossibilitati alla prescrizione elettronica
Ordine dei Medici: Come è possibile garantire cure gratuite a chi ne ha diritto se i medici vengono privati dei ricettari? A chi non ha i soldi, senza la ricetta “rossa”, è impedito l’accesso all’acquisto di qualsiasi tipo di farmaco o di esame strumentale e diagnostico: la realtà è questa. Della ricetta “elettronica” non vi è traccia.
29 ottobre 2015 – strettoweb.com
Lettera aperta dell’ordine dei medici sulla carenza di ricettari a Reggio
Lettera dell’ordine dei medici sulla carenza di ricettari a Reggio diretta alla Direzione Generale dell’Asp, al Commissario Straordinario per la Sanità in Calabria Scura, al Dirigente Generale del Dipartimento Salute della Regione Calabria Riccardo Fatarella, al Prefetto Sammartino.
Non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo per l’arrivo dei nuovi ricettari che già i medici sono costretti a fronteggiare una nuova carenza di quello che è uno strumento imprescindibile per l’esercizio della nostra professione nonché per il rispetto dell’art. 32, comma primo della Costituzione che, ci sembra proprio il caso di rammentare, statuisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Come è possibile, dunque, garantire cure gratuite a chi ne ha diritto se i medici vengono privati dei ricettari? E’ superfluo rammentare come, da oltre un anno, i medici sono costretti a pietire i ricettari in una sorta di questua senza risvolti significativi considerato che tale gravissima emergenza si ripete con ritmo sempre più frequente nell’indifferenza pressoché generale.
Continuano, incessantemente, le segnalazioni sia
La questione sembrava essersi risolta, ma è stata solo un’amara illusione che ci ha costretto a reiterare lettere, diffide ed appelli che, alla luce dei fatti, sono caduti nel vuoto. Si sono mobilitati i sindacati, alcuni colleghi hanno notiziato persino la magistratura ma la situazione non si è mai risolta ma solo tamponata ed, oggi, trovare un ricettario è un’impresa al limite dell’impossibile in quanto i due distretti cittadini ne sono completamente sprovvisti. Inoltre, il 27 gennaio scorso, alla Camera dei deputati, l’on Federica Dieni ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin proprio sulla problematica che affligge la nostra provincia da tanto, troppo tempo. Di risposte non ne abbiamo avuto notizia e, di tanto in tanto, giunge in riva allo Stretto qualche blocchetto degli agognati ricettari stampati dalla Zecca dello Stato, quantità, comunque, assolutamente insufficiente alle esigenze del territorio. Si era parlato della dematerializzazione delle ricette con l’avvento di quella “elettronica” ma anche di questa eventualità non vi è traccia. Solo in poche regioni questo strumento è andato a regime ma la soluzione del problema, in città e provincia, non può attendere oltre. La misura è colma.
Ai pazienti, giustamente esasperati, vorremmo dire che ciò che si sta verificando non dipende assolutamente dai medici di medicina generale che sono, a loro volta, vittime di questa paradossale e grottesca situazione. Allo stesso tempo siamo vicini e solidali verso tutti quei colleghi che operano, quotidianamente, con impegno, abnegazione e sacrificio, che ci hanno evidenziato il problema e che, di fatto, sono impossibilitati a svolgere l’attività prescrittiva tanto farmacologica quanto diagnostica perché mancano i ricettari e sono costretti ad affrontare, con non poco imbarazzo, davanti ai propri pazienti, una situazione che definire assurda è riduttivo. Alla luce di ciò è evidente che o ciò che viene affermato all’articolo 32 della Costituzione è stato mal interpretato oppure ai reggini è vietato ammalarsi.
Il Presidente
Dr. Pasquale Veneziano
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