Regione Puglia alle ASL: “tagliare la spesa farmaceutica”. Chi continuerà a prescrivere farmaci in maniera inappropriata verrà sanzionato
Approvate le misure per il contenimento della spesa farmaceutica relativa all’acquisto diretto di farmaci e determinazione dei tetti di spesa e degli obiettivi minimi di budget per singola Azienda Sanitaria Locale, Azienda Ospedaliero-Universitaria e I.R.C.C.S. pubblico per l’anno 2022.
Redazione Fedaiisf
Puglia, spesa record di aspirina
La Regione adesso obbliga tutte le aziende sanitarie a tagliare di 60 milioni il budget di quest’anno per i medicinali.
Troppe spese per farmaci di marca e ad alto costo, troppi farmaci prescritti in maniera inappropriata, troppi conflitti di interesse. Ma anche consumi enormi di aspirina, farmaci per malattie cardiovascolari, vitamina D, antinfiammatori. Ecco perché ora la Regione punta a dare un nuovo taglio netto alla spesa farmaceutica. Lo fa con una delibera che obbliga le Asl a ridurre la spesa per almeno 60 milioni di euro nel 2022. L’Asl di Bari dovrà tagliare la spesa per acquisti di farmaci di 14,6 milioni di euro in un anno, per citare un solo esempio, pari a 1,2 milioni al mese.
Nei mesi scorsi la Regione era già intervenuta con più azioni mirate per contenere la spesa puntando al contenimento dei costi per l’acquisto di determinati farmaci come quelli per l’ipertensione polmonare arteriosa o i farmaci biologici per la psoriasi. Va detto che si tratta di interventi sensibili: si parla di patologie per le quali in certi casi i medici preferiscono prescrivere determinati principi attivi, più costosi ma più efficaci in alcuni casi specifici. Ma l’imperativo principale per la Regione è quello di ridurre la spesa molto alta. In base ai dati Aifa la nostra regione sfora il tetto di oltre 220 milioni di euro nel 2021. Come è possibile questo sforamento? Va detto che i pugliesi fanno grande abuso di altri farmaci. Da ulteriori analisi effettuate dalla sezione Farmaci della Regione è emerso che nel nostro territorio si fa un grande consumo di statine per ridurre il colesterolo (in Puglia c’è un consumo superiore alla media nazionale del 7,8 per cento); farmaci correlati all’acidità di stomaco (+6,2 per cento rispetto alla media nazionale e un “maggiore utilizzo di scelte terapeutiche a più alto costo”); antibatterici (+11,3 per cento, soprattutto si eccede in cefalosporine di terza generazione); antitrombotici come l’enoxaparina (+23 per cento).
Ci sono poi abusi ancora più ingenti quando si tratta di acido acetilsalicilico, ovvero il principio dell’Aspirina. I pugliesi ne consumano il 30,7 per cento in più rispetto alla media nazionale. Il record lo si registra sul Clopidoprel utilizzato per le malattie cardiovascolari: in Puglia c’è addirittura un consumo superiore del 112 per cento. Un abuso di vitamina D era già noto da tempo, ora si sa che ne consumiamo in Puglia il 10,2 per cento in più e soprattutto che i medici prescrivono il consumo in fiale orali al posto delle gocce orali che sono meno costose. Un grande abuso anche di antinfiammatori (+60,8 per cento) e antimicrobici intestinali (+30,3 per cento). Da qui la nuova mossa della Regione, che con una delibera firmata dall’assessore alla Sanità, Rocco Palese, punta a stabilire un obiettivo chiaro per il 2022: “Provvedere con urgenza alla definizione di un piano di contenimento della spesa farmaceutica per acquisto diretto di medicinali, che consenta una riduzione della spesa di almeno 60 milioni di euro su base annua”.
Non solo. Le Asl dovranno “intensificare le azioni di verifica e controllo dell’appropriatezza prescrittiva dei medici specialisti”, rimuovendo “tutte le situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale, che possano influenzare il comportamento prescrittivo dei medici”. Chi continuerà a prescrivere farmaci in maniera inappropriata verrà sanzionato. I dg delle Asl si giocano su questa partita una parte della loro riconferma alla guida delle rispettive aziende.