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L’uomo, 44enne, è accusato anche del reato di sostituzione di persona. Sia su Whatsapp che su Badoo e Facebook o su Grinder e PlanetRomeo, due app per smartphone che consentono agli omosessuali di mettersi in contatto tra loro, il sacerdote si sarebbe “spogliato” dell’abito talare, e del proprio vero nome, per assumere il nickname di “Saverio”, “Nicola G.” e l’abbreviativo “Nico”; ma non solo, ad alcuni minori con cui avrebbe avuto rapporti sessuali, si sarebbe presentato sotto mentite spoglie, dicendo di essere di volta in volta un informatore scientifico, un professore di educazione fisica, e almeno in un caso perfino un Carabiniere, confermando con ciò il noto proverbio: l’abito non fa il monaco.
Fabio Papalia – Pubblicato sab 19 dic 2015 18:40 da:
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