Principio attivo in ricetta (2)

Nisticò, risparmi modesti da ricetta con principio attivo.
Si otterrebbero solo “risparmi modesti” obbligando i camici bianchi a prescrivere il principio attivo e non il farmaco griffato. E si lede la libertà del medico. Il farmacologo Giuseppe Nisticò, componente italiano dell’Agenzia europea sui medicinali (Emea), ‘boccia’ la misura per incentivare l’uso dei generici e ridurre la spesa farmaceutica, più volte proposta dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, e che in molti auspicano sia inserita al Senato in Finanziaria. L’obbligo di mettere in ricetta solo la molecola “non produce grossi vantaggi – sottolinea – se non in casi limitati. L’Agenzia italiana del farmaco, in maniera intelligente, già obbliga le aziende ad abbassare il prezzo delle specialità rimborsabili se in commercio c’è il generico. I farmaci – ci tiene a ricordarlo – non sono un prodotto qualunque: sono uno strumento di salute, non economico. Se il generico non è di altissima qualità, con controlli rigorosi sulla produzione e la composizione, può far fallire la terapia, provocando danni enormi”. E infatti Nisticò, quando era parlamentare europeo, aveva presentato un emendamento alla nuova normativa sui farmaci che “mirava a ridurre il numero di aziende produttrici di generici. Aziende che devono essere sottoposte a controlli accurati”, afferma l’esperto, raccontando che l’Emea di recente ha ritirato dal commercio alcuni generici. Non si sbilancia, ma precisa che “quando l’Emea prende decisioni del genere, sono interessati tutti i Paesi europei, Italia compresa”. In ogni caso, “la mia non è una guerra ai farmaci ‘non griffati’ – conclude – ma non vedo reali vantaggi dall’obbligo di prescrizione del solo principio attivo”.  Da Doctronews 27-11-06

 

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