È stato presentato oggi il Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19, realizzato grazie ai dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Oltre al Direttore Generale dell’AIFA Nicola Magrini (nella foto), che ha aperto i lavori, sono intervenuti la Presidente della
“Ringrazio i colleghi del Comitato Tecnico Sanitario della Protezione Civile – ha esordito il DG AIFA Magrini – per essere intervenuti, ma soprattutto per la proficua e costante collaborazione instaurata in questi mesi per fronteggiare l’epidemia e l’emergenza sanitaria. Abbiamo lavorato molto e bene, per il bene del Paese”.
“Il Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19 – ha continuato Magrini – è un prodotto dell’OsMed che definirei il ‘flagship tool’ dell’AIFA, attivo ormai da 20 anni grazie alla collaborazione con l’ISS e altre Istituzioni italiane. La pubblicazione è stata elaborata in tempi record, con la stessa tempestività con cui AIFA ha dato risposta continua e rigorosa alla situazione di emergenza”.
Il documento analizza la tipologia e i consumi dei farmaci impiegati nei primi mesi del 2020 per trattare l’infezione da COVID-19, ma anche quelli utilizzati nelle strutture sanitarie pubbliche per fare fronte all’emergenza, con differenze evidenziate tra il periodo pre COVID-19, individuato nel trimestre dicembre 2019-febbraio 2020, e quello successivo, da marzo a maggio 2020.
Il Rapporto si compone di tre sezioni che approfondiscono le diverse modalità di erogazione dei farmaci: il canale degli acquisti diretti, cioè dei medicinali direttamente acquistati e dispensati presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN); gli acquisti presso le farmacie territoriali pubbliche e private rimborsati dal SSN tramite ricetta; quelli privati a carico dei cittadini, prevalentemente per i farmaci di classe C.
Nel periodo pre e post COVID-19, inoltre, si sono mantenuti stabili i consumi per le categorie di farmaci impiegati per le malattie croniche, a testimonianza del buon esito delle strategie poste in atto per favorire la continuità assistenziale per i malati cronici e fragili, tra cui l’estensione della validità dei piani terapeutici, la dematerializzazione della ricetta medica e l’informazione istituzionale.
“Soprattutto durante l’emergenza – ha sottolineato ancora Magrini – ci siamo resi conto di come solo gli studi randomizzati devono rappresentare uno standard di ricerca solido in grado di guidare la pratica clinica, come dimostra il caso dell’idrossiclorochina. È fondamentale anche ripensare la ricerca scientifica internazionale, perché solo da una visione sovranazionale è possibile trovare posizioni coerenti e sostanziale consenso sui trattamenti più utili”.
“Le pandemie ci sono – ha concluso Magrini – e nei prossimi decenni potranno tornare: sarà quindi importante trattenere nella nostra memoria quello che è successo e possibilmente valutare in modo indipendente la capacità di reazione. Il dolore e i lutti di questi mesi saranno stati inutili se saremo disposti ad accettare le solite ricette”.
AIFA – Pubblicato il: 29 luglio 2020