Dalla Ducati alla Sanofi, dalla Vodafone all’American Express: il lavoro “smart” inizia a diffondersi anche nel Bel Paese.
Partiamo dalla Ducati presa ad esempio dallo stesso ministro del Lavoro dove ai dipendenti viene corrisposto un kit che li rende sostanzialmente autonomi. Una vera e propria rivoluzione rispetto alla vecchia catena di montaggio, con i lavoratori che possono gestirsi e organizzarsi da sé, senza doversi coordinare (se non quando strettamente necessario) con i colleghi. Una prassi che sembra interessare anche la Aermec spa (che produce, tra l’altro, banchi frigo per i supermercati) dove i dipendenti possono montare autonomamente i loro pezzi “affrancandosi” da turni rigidi e immodificabili.
E veniamo alla variante tempo che è quella che ha animato il dibattito scatenato dal ministro Poletti. Ci sono aziende come la Vodafone che hanno concesso la possibilità ad alcuni dipendenti (per ora ne sono stati coinvolti in via sperimentale 3 mila) di lavorare da casa due giorni al mese. A patto che i compiti che sono stati loro assegnati vengano portati a termine entro le scadenze stabilite. Un modello che anche la Telecom e Unicredit sembrano intenzionate a seguire, mentre l’azienda farmaceutica Sanofi (come già raccontato in un precedente articolo) è andata oltre concedendo ai dipendenti che abitano lontano di svolgere le loro mansioni da casa una volta a settimana. A spingersi più in là di tutti, però, sembra essere stata la American Express che ha deciso di applicare lo “smart working” a pieno regime nella sua nuova sede di Roma. Risultato? I dipendenti possono scegliere da dove e quando lavorare. Purché – è bene che non lo si dimentichi mai – centrino gli obiettivi indicati dall’azienda.
Notizia correlata: «Ministro, che fa? Ho provato e dico no alla paga a giornata»
Poletti un po’ ha ragione: a cosa (non) serve l’orario di lavoro