La casa farmaceutica statunitense Qualitest Pharmaceuticals è stata denunciata da 113 puerpere che le hanno fatto causa per milioni di dollari a causa di gravidanze inaspettate, nonostante prendessero la pillola anticoncezionale.
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Sono ben 113 donne, di 28 diversi stati, che stanno chiedendo milioni di dollari danni che comprendono quelli patrimoniali futuri per i costi necessari per allevare un bambino fino all’età adulta, compresa l’istruzione nei confronti della Qualitest, una filiale di Endo Pharmaceuticals. Le pillole per il controllo delle nascite, che contengono estrogeni e progesterone, impediscono il rilascio degli ovuli attraverso un inganno chimico che induce l’organismo a credere che l’abbia già fatto. Secondo le accuse gli anticoncezionali in questione sono stati confezionati in ordine sbagliato “ruotato di 180 gradi … invertendo l’orientamento della tavoletta settimanale”.
Di conseguenza, le donne dicono hanno assunto pillole placebo di zucchero – che sono destinate per la settimana del ciclo mestruale – lasciandole “senza una adeguata contraccezione” al momento sbagliato del mese. Nel settembre 2011, l’errore di confezionamento ha spinto la società produttrice ad annunciare un richiamo volontario di otto marchi di pillole di controllo delle nascite. A quel tempo, Qualitest aveva riferito l’errore che aveva causato l’orientamento settimanaledella confezione che risultava essere invertita e aveva oscurato i numeri di lotto delle pillole e le date di scadenza su alcuni pacchetti.
Endo è stata in grado di confermare un solo blister che manifestava il difetto e che era stata venduta ad una paziente. Inoltre, i giudici hanno respinto casi derivanti dal richiamo, perché l’attore non ha potuto stabilire che avesse acquistato un pacchetto difettoso. “Ovviamente tutti sono bravi a difendersi, specie quando si tratta di colossi farmaceutici” rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da tempo si occupa anche d’informare i cittadini dei richiami e delle problematiche concernenti la messa in commercio dei farmaci. Fatto sta, comunque che il caso americano costituisce un significativo precedente in materia che impone la massima attenzione per le cause farmaceutiche anche nel confezionamento dei propri prodotti.