Riteniamo buono – dicono i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uiltec e Ugl Chimici – l’accordo che è stato conseguito perché sicuramente ci consente di scongiurare la macelleria sociale che si prospettava all’inizio”
La “proposta avanzata dalle sigle sindacali” è stata quella “di operare una riduzione dei livelli occupazionali attraverso un’importante incentivazione economica all’esodo volontario del personale prossimo alla pensione e di coloro che, anche se non immediatamente pensionabili, vogliono lasciare in anticipo il posto di lavoro”. Quindi si è raggiunto un punto d’incontro tra rappresentanze e la Wyeth lederle – la società controllata da Pfizer che gestisce lo stabilimento produttivo etneo – per la chiusura positiva della procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso febbraio. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno incontrato questa mattina i rappresentanti della società nella sede di Confindustria Catania. Il 26 mattina le parti si incontreranno nel Palazzo della Regione per sottoscrivere l’accordo definitivo davanti alla dirigente responsabile del Centro per l’impiego Salvatrice Rizzo.
“Riteniamo buono – dicono i segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, anche a nome delle Rsu – l’accordo che è stato conseguito perché sicuramente ci consente di scongiurare la macelleria sociale che si prospettava all’inizio. È chiaro che fino alla fine i profili interessati dal procedimento vanno salvati tutti. Rimane la grande amarezza di non essere stati ascoltati in sede ministeriale, dove ancora speriamo di poter arrivare per un confronto chiarificatore sul futuro dello stabilimento di Catania che, per quanto ci riguarda, continuiamo a vedere a tinte fosche”.
Al personale prossimo alla pensione – sottolineano i sindacati – “sono stati aggiunti anche i dipendenti assunti con contratto a tutele crescenti. Nel contempo già un gruppo di lavoratori ha deciso di accettare l’offerta di trasferimento nel sito di Ascoli Piceno, mentre qualcuno si è dimesso per andare a lavorare altrove”. “Fino al prossimo 30 novembre – aggiungono i sindacati – dunque, si farà in modo di sfoltire e svecchiare l’organico per far quadrare i conti, lasciando in azienda i più giovani, con l’impegno da parte di Pfizer di assorbire eventuali esuberi rimanenti.In questi senso sindacati e azienda hanno già concordato un vertice a giugno per monitorare l’andamento di quanto stabilito con la firma del verbale odierno, dopo quattro giorni di riunioni ad oltranza e due mesi di trattative”.
A conclusione anche la vicenda dei 128 ISF da licenziare
Pfizer aveva comunicato di voler procedere al licenziamento collettivo per riduzione di personale di n. 128 posizioni lavorative inerenti l’attività di informazione scientifica del farmaco. Pfizer dichiarava che era una necessità che non ha alternative.
In questa fase l’Azienda a livello a globale ha lanciato il programma Bold Move 3.3, che ha l’obiettivo di cambiare le modalità di relazione con gli operatori sanitari. In risposta a un mondo sempre più digitale, il nuovo modello di business consentirà di offrire una migliore esperienza a medici, pazienti e decisori del sistema sanitario, assicurando una maggiore flessibilità ed efficacia agli operatori sanitari attraverso interazioni scientifiche personalizzate e incentrate sul paziente.
Le relazioni con gli operatori sanitari, mantenute virtualmente, di persona o bride, giocheranno un ruolo fondamentale nel novo modello di business. In un modello così innovativo, che si pone come obiettivo quello di trasformare le modalità di interazione e di coinvolgimento di medici, decisori e pazienti, tutti i ruoli tradizionali (ISF, Account Manager e ruoli di accesso) dovranno evolvere.
In particolare, dicono in Pfizer, il ruolo dell’informatore medico scientifico, che rimane un ruolo chiave nella organizzazione, sarà un ruolo ibrido, che potrà scegliere di interfacciarsi con il customer in modalità tradizionale o virtuale, sulla base delle esigenze del clinico, delle sue preferenze sia in termini di contenuti che di canali di interazione e comunicazione, orchestrando quella che sarà la “customer experience” ideale.
Redazione Fedaiisf