Regole chiare per un impiego responsabile dei farmaci biosimilari, versioni generiche dei medicinali biotecnologici. A lanciare un appello per "tutelare la salute dei malati" – pur "con un occhio di riguardo alla spesa" e ai possibili risparmi che potranno derivare dalla nuova generazione di farmaci equivalenti – sono gli esperti riuniti ieri a Bologna per l’incontro "Biosimilari: prospettive a confronto" Una giornata di dibattito promossa dalla Scuola superiore di oncologia e scienze biotecnologiche (Ssosb). La rivoluzione biotech in farmaceutica è iniziata infatti più di 20 anni fa, e con la scadenza dei brevetti su alcune di queste molecole "medici e amministratori pubblici si trovano di fronte a scelte importanti" per la salute dei pazienti. Se da un lato è assodato che i farmaci biosimilari garantiscono adeguati profili di sicurezza, evidenzia la Ssosb in una nota, è pur vero che nessun produttore è in grado di garantire che un farmaco biosimilare sia l’esatta fotocopia del farmaco biologico di riferimento. Questo perché i biologici sono prodotti utilizzando cellule animali o vegetali, e in natura non esistono due cellule uguali. "L’arrivo dei biosimilari richiede che i medici conoscano bene come usarli per garantire la sicurezza dei pazienti – spiega Leonardo Santi, presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (Cnbb) – Medici e farmacisti devono cioè sapere che esiste una marcata diversità tra biosimilari e farmaci generici chimici, mentre le autorità preposte dovranno far sì che i sistemi di approvazione e nomenclatura permettano una classificazione e un uso sicuri". La richiesta di una normativa in materia ha già trovato riscontro in Spagna e Francia. In particolare, il Parlamento francese, sulla base del principio di precauzione, ha approvato nel marzo 2007 una legge che impedisce – a differenza tra quanto avviene con i generici ‘classici’ – la sostituzione ‘automatica’ tra il farmaco biotecnologico originale e la sua copia, a meno che non vi sia una specifica indicazione da parte del medico. Si tratta di un modo per porre cautela sull’impiego di questi particolari medicinali, che "se ben utilizzati potranno consentire un risparmio, ma se impiegati in modo indiscriminato potrebbero comportare possibili rischi per la salute", precisano. In Italia le autorità nazionali, e conseguentemente quelle regionali, "non hanno ancora elaborato una normativa sui biosimilari", puntualizzano ancora gli specialisti. Proprio per questo, concludono nella nota, "l’esempio francese potrebbe rappresentare un valido punto di equilibrio tra la sicurezza di tutti i pazienti e il risparmio per il Servizio sanitario nazionale".
Fonte
Adnkronos Salute