Una prima evidenza è che l’insostenibilità della spesa farmaceutica è smentita dai dati. L’assistenza farmaceutica inoltre ha dato un contributo importante alla tenuta dei conti in sanità. Il secondo dato molto interessante è la consistente variazione del mix della spesa: più da aziende sanitarie e meno dalla distribuzione per tramite di farmacie
I
Una prima evidenza è che l’insostenibilità della spesa farmaceutica è smentita dai dati.
Il secondo dato molto interessante sui farmaci è la consistente variazione del mix della spesa, sempre più generata dagli acquisti da parte di aziende sanitarie e meno dalla distribuzione per tramite di farmacie aperte al pubblico. I farmaci acquistati da aziende sanitarie pubbliche rappresentano oggi il 47,5% della spesa complessiva per farmaci a carico del SSN (contro il 18,2% nel 2001). Se si considera che non vengono conteggiati i farmaci acquistati da strutture private accreditate, si può affermare che più delle metà della spesa non transita dalle farmacie (o vi transita attraverso la DPC). Il trend è in parte condiviso da altri Paesi: molti nuovi farmaci vengono lanciati sul mercato ospedaliero. Ma a questo si aggiunge la peculiarità tutta italiana delle forme alternative di distribuzione dei farmaci: nel 2014 DD e DPC rappresentavano circa il 37% di tutta la spesa per farmaci acquistati dalle aziende sanitarie.
Estratto da OSFAR n. 35
Leggi il Report 35 OSFAR – OSSERVATORIO FARMACI
Notizia correlata: AIFA 14/07/2015. Sfide per il futuro dei sistemi sanitari e analisi dei trend della spesa farmaceutica nei Paesi dell’area OCSE e in Italia
AGENAS-GIMBE, Protocollo d’Intesa contro sprechi e inefficienze
Italia: Spesa su Pil all’8,8% sotto media Ocse. Spendiamo meno di Grecia, Portogallo e Spagna