Il parlamento greco ha votato in favore dell’apertura di un procedimento penale nei confronti di un ex ministro, accusato di aver esercitato pressioni nell’ambito dello scandalo di corruzione che ha travolto la multinazionale basilese della farmaceutica Novartis.
Si tratta di Dimitris Papangelopoulos, responsabile della giustizia fra il 2015 e il 2019 del governo di sinistra guidato da Alexis Tsipras.
Ieri sera, i 177 deputati della maggioranza di destra – su un totale di 300 membri – hanno votato affinché
Il voto giunge al termine di un’inchiesta parlamentare aperta l’anno scorso dopo l’ascesa al potere di Kyriakos Mitsotakis, leader dei conservatori di Nuova Democrazia e primo ministro dal luglio 2019. La filiale greca di Novartis ha ammesso di aver versato, fra il 2012 e il 2015, bustarelle a impiegati di ospedali pubblici del Paese, così da aumentare le vendite dei suoi prodotti farmaceutici.
In passato, anche l’esecutivo di Tsipras aveva incolpato gli avversari precedentemente al governo – Nuova Democrazia e i socialisti di Kinal – di essere coinvolti nel polverone. In particolare aveva puntato il dito contro oltre un centinaio di medici, una trentina di alti funzionari e una decina di politici.
L’inchiesta per corruzione nei confronti del colosso renano era partita dagli Stati Uniti. Novartis ha inoltre riconosciuto che alcuni medici – si parla del 2009 e del 2010 – sono stati pagati per partecipare a uno studio epidemiologico, con l’obiettivo in realtà di spingerli a prescrivere con più frequenza i suoi farmaci.
Queste pratiche hanno permesso al gruppo svizzero di guadagnarsi una posizione privilegiata sul mercato ellenico e di gonfiare i prezzi, negli stessi anni in cui la nazione annaspava, dovendo fare i conti con una grave crisi economica. Secondo l’inchiesta, le azioni di Novartis sono costate circa 3 miliardi di euro ad Atene.