Napoli. Università Federico II: “800 anni di Saperi”, 800 anni di farmacisti, medici e … informatori scientifici

Domenica 29 settembre 2024 alle 18 presso la Basilica di San Giovanni Maggiore

Federico IIo e la professione del Farmacista‘ è il nuovo appuntamento, organizzato dall’Università degli Studi di Napoli Federico IIo, in occasione delle Celebrazioni “800 anni di Saperi” dell’Ateneo.

Domenica 29 settembre 2024 alle 18 presso la Basilica di San Giovanni Maggiore, dopo i saluti istituzionali del Rettore Matteo Lorito e del Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli Vincenzo Santagada, lo storico e politico italiano, già professore di storia del diritto medievale e moderno, Ortensio Zecchino terrà una Lectio Magistralis sul tema del conflitto tra “theoria” e “practica” nelle arti sanitarie che ha indotto Federico II a regolamentare l’esercizio della professione del medico e di quella del farmacista, definendo i confini delle loro competenze.

A seguire, alle 19, la performance musicale del sassofonista e compositore napoletano Marco Zurzolo e il concerto di Roberto Colella, autore, compositore, polistrumentista e frontman della band partenopea La Maschera.

Coordina la giornata la giornalista Francesca Fortunato.

La partecipazione prevede la registrazione entro il 24 settembre 2024 al forms.

(Fonte: Ordine dei Farmacisti Napoli)


Tra i lasciti della  lungimiranza federiciana ci sono anche le Costituzioni di Melfi, un insieme di norme e leggi emanate nel corso del XIII secolo volte a regolamentare gli aspetti economici e la vita sociale nell’ambito del regno di Sicilia. Promulgate il 1º settembre 1231 nella città da cui prendono il nome e raccolte nel Liber Augustalis, per essere poi completate fino al 1241 con una serie di supplementi, sancivano anche la separazione legalmente fissata delle professioni di medico e farmacista nel Regno delle Due Sicilie, distinguendo così di fatto la professione medica da quella del farmacista.

Da lì in poi ai medici non era più consentito possedere o occuparsi di una farmacia e i prezzi dei farmaci erano fissati dalla legge. Va peraltro detto, per amore di precisione storica, che in molte città e regioni il divieto di associazione economica di medici e farmacisti venne incorporato nelle norme giuridiche solo più tardi (Fonte Rif Day).

Nei Giardini della Minerva a Salerno all’inizio del 1300 vennero, per la prima volta, coltivate e classificate una grande quantità di piante ed erbe, per studiarne a scopo scientifico le proprietà terapeutiche e medicamentose. Qui veniva svolta una vera e propria attività di informazione scientifica (ostensio simplicium) sulle proprietà delle piante ed erbe con il loro nome e le loro caratteristiche e le loro proprietà terapeutiche agli allievi della Scuola Medica 

In Italia la figura del farmacista (lo speziale o rizotomo), fino al XII secolo considerata un tutt’uno nella professione del medico, iniziò ad affermarsi dal XIII secolo come professionista autonomo grazie soprattutto alla volontà dell’imperatore Federico II di Svevia. Fu Federico II nel 1240 infatti che con le “Costitutiones” separò e regolamentò l’esercizio della professione medica e quella dello speziale, definendone i rapporti e vietando loro ogni forma di associazione (Scuola Medica Salernitana). Il paragrafo 46 delle Costituzioni Melfitane prescrive: “Il medico non potrà esercitare la farmacia né far società con un preparatore

Lo speziale nel medioevo era colui che si occupava della preparazione delle medicine, solitamente aveva una bottega, definita spezieria, all’interno della quale effettuava anche attività di vendita delle spezie e delle erbe medicinali.

Era fatto obbligo agli appartenenti all’Arte dello speziale di dare consiglio quando richiesto, non imbrogliare, preparare con coscienza i prodotti, era vietato dare percentuali al medico in cambio di prescrizioni e via discorrendo, nonché di sottoporsi a controlli periodici o straordinari da parte di “cerchatori” posti agli ordini dei Rettori. Questi controlli, che inizialmente riguardavano soprattutto l’aspetto commerciale e la correttezza dell’attività di vendita, andarono, principalmente a partire dal XVII secolo, ad indagare sull’aspetto sanitario (preparazione, conservazione, pulizia, etc). (Fonte Fedaiisf)

A quelle vicende lontane ormai quasi 800 anni, nell’ambito delle manifestazioni per gli otto secoli dell’Università partenopea (nata probabilmente dalla lettera circolare con cui veniva sancita la fondazione dell’istituzione, documento redatto nel 1224 dal più insigne dei collaboratori federiciani, Pier delle Vigne), l’Ordine di Napoli ha voluto dedicare il suo convegno, che si terrà domenica 29 settembre alle 18 nella Basilica di San Giovanni Maggiore e sarà aperto dai saluti istituzionali del Rettore dell’ateneo partenopeo Matteo Lorito e dallo stesso Santagada.

Piatto forte dell’evento, la lectio magistralis che sarà tenuta da Ortensio Zecchino (nella foto), storico e politico italiano, già professore di storia del diritto medievale e moderno, sul tema del conflitto tra “theoria” e “practica” nelle arti sanitarie che indusse appunto Federico II a regolamentare l’esercizio della professione del medico e di quella del farmacista, definendo i confini delle loro competenze. (Fonte Rif Day)

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