Si profila un 2015 di scintille per la convenzione dei medici di famiglia. Entra infatti ufficialmente in agitazione il sindacato leader, la Fimmg.
Martedì, 16 Dicembre 2014 – Doctor33
Si profila un 2015 di scintille per la convenzione dei medici di famiglia. Entra infatti ufficialmente in agitazione il sindacato leader, la Fimmg. Lo ha deciso il consiglio nazionale a Firenze. Ai 25 mila medici Fimmg potrebbero aggiungersi gli 8 mila dello Snami il cui presidente Angelo Testa dal congresso di ottobre ha ottenuto una “wild card” per dichiararlo a fronte di ritardi/mancanze della parte pubblica, mentre il terzo sindacato, lo Smi, è in agitazione in alcune regioni.
La differenza in quest’ultimo caso è più di forma che di sostanza: sul banco degli imputati è la volontà delle regioni di decidere ciascuna per sé il futuro modello organizzativo della medicina generale.
Da una parte non bisogna buttare il tavolo all’aria, se arrivano i tagli sulla sanità, quel miliardo e mezzo, l’accordo nazionale si allontana. Dall’altra, dai corridoi Fimmg trapela risentimento verso una controparte in apparenza insensibile ai bisogni del territorio, «quando la Sisac dirotta sulle aggregazioni funzionali, organizzate secondo i desiderata regionali, le nostre indennità e in particolare quelle relative ai fattori produttivi, per gli emolumenti dei medici si profila il rischio di una riduzione massiccia e non si può pensare di chiudere una convenzione in perdita».
Al consiglio nazionale di Firenze Fimmg ha approvato il calendario vaccinale per la vita e ha nominato sei iscritti mmg responsabili di Area Strategica, per l’informatizzazione Paolo Misericordia, per l’organizzazione dello studio Dario Grisillo, per la previdenza Franco Pagano, per la tutela fiscale Carmine Scavone, per la tutela legale Domenico Savorani e per l’area scientifica Walter Marrocco.
Mauro Miserendino
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Martedì, 16 Dicembre 2014 – Doctor33
«È indispensabile garantire ai camici bianchi la possibilità di poter svolgere nelle condizioni idonee la loro professione, tenendo anche in considerazione la delicatezza delle situazioni che si trovano ad affrontare ed è anche un loro diritto tutelarsi e pretendere di essere adeguatamente risarciti per un diritto che, è stato negato solo ai medici».
«L’obiettivo che ci prefiggiamo con questa iniziativa – prosegue Cassi – non è far calare sui medici una norma ritagliata per altre tipologie di lavoro, ma costringere Governo e Regioni a costruire di concerto con i sindacati di categoria, un’organizzazione del lavoro che preveda turni e riposi specifici per l’attività che il medico svolge all’interno del Ssn, a tutela non solo dei camici bianchi, ma soprattutto dei cittadini».