«Sentiamo parlare di 5.000 farmacie in difficoltà ma noi vogliamo sapere quali sono, vogliamo i nomi e i cognomi dei titolari». La tesi del Movimento? Le liberalizzazioni porterebbero vantaggi sia ai cittadini, in termini di risparmio, sia ai professionisti, con nuovi posti di lavoro. «Non ci vengano a raccontare che ci saranno 3.000 nuove farmacie con i concorsi», ha detto Fabio Romiti, vice presidente del Mnlf, «al massimo ne apriranno 1000-1.100 perché le altre sono in sedi da 500-600 abitanti».
E le rurali, che in un sistema liberalizzato sarebbero destinate a soccombere, con gravi disagi per i cittadini? «Non si può disegnare un sistema sulle farmacie di frontiera, bisogna trovare le risorse per sostenerlo». E i posti di lavoro, che inevitabilmente andrebbero persi, in un settore che è già in difficoltà? «I posti di lavoro non si possono puntellare con difese corporative. La nuova versione del Ddl, senza l’eliminazione della pianta organica e l’uscita della fascia C dal canale, farà diventare ancora più forti i titolari di farmacia, quando il grande capitale vorrà acquistare le loro aziende».