“La confessione di un primario che racconta come funziona il rapporto fra camici bianchi e industria farmaceutica”
Nell’intervista racconta che a lui i soldi per i viaggi e i convegni li dà l’agenzia di viaggio, così, ritiene di non comparire nelle liste di trasparenza dato che l’ha pagata un altro soggetto (non un’azienda farmaceutica) che a sua volta però ha ricevuto il contributo dall’azienda farmaceutica.
In ogni caso, prosegue, non è più come negli anni novanta quando l’aereo per la località sede del congresso era pieno di medici generi con le mogli che, dopo il congresso, venivano portati a Orlando (Disneyland).
I congressi poi, dice, non servono più all’aggiornamento scientifico (basta internet), ma ad incontrare i colleghi e soprattutto servono all’industria la quale può presentare più efficacemente il proprio prodotto.
Le società mediche, conclude, dovrebbero liberarsi da questa sudditanza. In altri Paesi succede e, a volte, anche da noi. Del resto, dice, non servono location sfarzose o hotel di lusso.
Il nuovo punto su cui le aziende farmaceutiche oggi fanno leva sono i finanziamenti alle associazioni di pazienti che hanno un grande impatto sui politici quando questi devono prendere una decisione.
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Le manifestazioni congressuali devono attenersi a criteri di stretta natura tecnica ed essere orientate allo sviluppo delle conoscenze nei settori della chimica, tecnica farmaceutica, biochimica, fisiologia, patologia e clinica e devono realizzarsi nel rispetto di quanto previsto dal presente decreto e dei criteri e delle linee guida stabilite dall’AIFA.
L’ospitalità non può, inoltre, eccedere il periodo di tempo compreso tra le dodici ore precedenti l’inizio del congresso e le dodici ore successive alla conclusione del medesimo, né presentare caratteristiche tali da prevalere sulle finalità tecnico-scientifiche della manifestazione. È consentita ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta la partecipazione a convegni e congressi con accreditamento ECM di tipo educazionale su temi pertinenti. previa segnalazione alla struttura sanitaria di competenza.
Per le manifestazioni che si svolgono all’estero e per quelle che comportano, per l’impresa farmaceutica, un onere superiore a 25.822,85 euro, l’impresa stessa deve ottenere espressa autorizzazione dall’AIFA. Se le manifestazioni di cui al presente articolo sono effettuate in violazione delle disposizioni del presente decreto e dei criteri e delle direttive stabilite dall’AIFA, l’Agenzia medesima può vietare lo svolgimento della manifestazione.”
Potrà non piacere, ma come si può desumere dalla legge, ciò di cui riferisce l’anonimo primario è tutto legale e nelle liste di trasparenza comparirà il suo nome, anche se ama l’anonimato. Comunque la partecipazione a questi eventi non è obbligatoria, se trova la cosa così esecrabile può sempre declinare l’invito.
L’articolo che abbiamo riassunto ha come sottotitolo “Le confessioni di un primario” facendo intendere chissà quale nefandezza. In realtà la notizia è una non notizia. L’ignoranza dell’anonimo primario e dell’intervistatore fanno il resto.
La cosa anche se legalmente ammessa potrebbe essere moralmente condannabile, ma se così lo si ritiene accorerebbe cambiare la legge. Se hanno notizie e prove di eventi svolti non seguendo le norme di legge, facciano regolare denuncia, altrimenti è solo diffamazione.
Chissà perché queste cose sono sempre frutto di interviste a chi ignora completamente l’argomento. Sarebbe bastato intervistare un Informatore Scientifico del Farmaco o rivolgersi a Fedaiisf e sarebbe stato tutto chiaro, anche all’anonimo primario.
Redazione 13/08/2016
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