Il trend di incremento si registrerà a prescindere dagli interventi di razionalizzazione e efficientamento che vengono e verranno attuati. Le istituzioni sono consapevoli di questo e devono agire di conseguenza. Questo non toglie che in certi contesti, vi sia un utilizzo inappropriato delle risorse, e certo ci sono ancora margini per arginare gli sprechi. Un esempio è dato dalla resistenza nel dismettere vecchie tecnologie allorquando nell’Ospedale vi sia la reale possibilità di orientare le scelte verso tecnologie costo-efficaci e in grado di generare notevole impatto in termini di innovazione dei processi di cura, e contestualmente, contribuire alla riduzione della spesa : occorre, quindi, avere la capacità di sapere investire ma anche disinvestire in sanità per evitare l’eccessivo proliferare di prodotti ormai obsoleti e non più “convenienti”.
27 ottobre 2014 – quotidianosanità.it
Il presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera sottolinea che “il tetto è sottostimato in quanto è proprio presso l’Ospedale che vi è l’accesso all’innovazione e, quindi, ai prodotti farmaceutici a più alto costo”. E lancia un appello: “Urgente riconoscere il contratto di formazione ai farmacisti ospedalieri, come avviene per i medici”.
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