I risultati di un’analisi pubblicata su ‘Plos One’
I laboratori di ricerca sono sempre di più luoghi da donne. A dimostrarlo, anche in barba alle recenti affermazioni del Nobel britannico per la Medicina Tim Hunt, è l’analisi delle richieste di brevetto presentate negli ultimi 40 anni allo Us Patent and Trade Office da inventori di tutto il mondo. L’analisi, pubblicata su ‘Plos One’, mostra un’impennata del numero di scienziate che hanno fatto domanda per brevettare le loro scoperte negli Usa. Una crescita che riguarda in particolare l’accademia, rispetto a settori come l’industria, il governo o i singoli inventori. L’analisi ha esaminato 4,6 milioni di domande presentate dal 1976 al 2013 da persone provenienti da 185 Paesi, spiega Cassidy Sugimoto della IU Bloomington. “Vedere che le donne brevettano a tassi più elevati nelle università rispetto alle industrie, agli istituti governativi e ai singoli è una scoperta sorprendente”, commenta Sugimoto. Secondo i suoi dati i brevetti corredati da nomi femminili sono saliti in 40 anni dal 2-3% al 10% nell’industria, al 12% nei singoli e al 18% nell’accademia. Non solo, l’analisi delle domande mostra che i brevetti ‘rosa’ spesso includono contributi da vari campi, cosa che suggerisce agli autori come le scienziate siano in genere più collaborative e dotate di un approccio multidisciplinare. Ma da dove vengono queste studiose? La percentuale di brevetti chiesti da donne è più elevata dai Paesi dell’Europa dell’Est, dall’Asia e da alcuni Paesi africani.
Premiate le idee vincitrici del concorso ‘Progetti delle donne’ lanciato da Women for Expo e padiglione Italia, nato per valorizzare il talento imprenditoriale femminile e, insieme ai ‘Progetti per le donne’, per promuovere le idee volte al miglioramento della qualità della vita della donna. “C’è stata una severa selezione, molto professionale, e credo che questi siano dei buoni progetti”, dice Diana Bracco, presidente di Expo Milano 2015 e commissario del padiglione Italia.
Le tre vincitrici, che si sono aggiudicate premi per 40mila, 30mila e 10mila euro, sono Elena Carmagnani (prima classificata), autrice di ‘Orti Alti’, Marina Olwen Fogarty (seconda), ideatrice di ‘Alto Piemonte Al-Top’ ed Elena Bellacicca (vincitrice del Premio Vivaio, riservato alle concorrenti under 35), autrice del progetto digitale ‘FindMyLost’.
“I nostro sponsor – spiega Bracco – hanno stanziato importanti premi, però diamo visibilità a tutti i progetti perché ci sembra che tutti siano meritevoli di attenzione”. A sostenere il concorso sono stati Fondazione Milano per Expo 2015, Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria e Accenture. “La start-up – dice Bracco – ha bisogno di chi l’accompagna, noi speriamo di aiutare queste giovane proprio a trovare chi le può accompagnare” nel loro percorso di crescita.
Il presidente di Expo Milano 2015 ricorda che “quando si parla di start-up, la cosa molto difficile è il periodo dello sviluppo: si parte dall’idea, ma poi il risultato è quando si è sul mercato. In mezzo c’è questa ‘marcia nel deserto’ che è lo sviluppo. Che è quello veramente difficile perché bisogna avere tante risorse” per poter consolidare l’idea iniziale. Scegliere di premiare tre imprenditrici significa valorizzare il talento femminile che è “uno dei motivi più importanti dello sviluppo. È anche grazie alle donne – sottolinea Bracco – che il mondo che lasceremo alle future generazioni sarà migliore