Payback dispositivi medici, il Tar sospende la “stangata” per le aziende fornitrici
Non è una decisione definitiva, ma sicuramente un passo in avanti che permette alle aziende interessate di tirare una boccata d’ossigeno.
Il Tar del Lazio, con apposita ordinanza, ha sospeso l’efficacia delle norme che avrebbero previsto, a partire da ieri, il pagamento del 50% dello sforamento del tetto di spesa preventivato annualmente dal
Per ora attraverso una sospensione degli atti impugnati da decine e decine di aziende. Slitta, invece, la camera di consiglio per entrare pienamente e definitivamente nel merito della questione. Slittamento dovuto al prolungarsi delle complesse procedure di integrazione del contraddittorio con pubblici proclami con pubblicazione sui siti web delle pubbliche amministrazioni in corso di adozione attraverso un provvedimento presidenziale e in accoglimento delle richieste avanzate dalle imprese ricorrenti.
La vicenda è spinosa e decisamente complessa, ma proviamo a sintetizzarla: per concorrere al ripiano del superamento del tetto di spesa regionale per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, come individuato con il Decreto ministeriale del 6 luglio 2022, i fornitori di dispositivi medici nello scorso mese di dicembre avevano ricevuto le richieste di pagamento in misura pari all’incidenza percentuale del proprio fatturato sul totale della spesa per l’acquisto di dispositivi medici a carico del Servizio Sanitario Regionale.
Le singole Regioni, seguendo le disposizioni governative dell’ottobre 2022, avevano assunto dalle rispettive aziende sanitarie i dati di fatturato di ciascuna azienda e calcolato le somme dovute. Si tratta di somme molto significative che vanno ad erodere completamente, o quasi, i margini di utile delle forniture
effettuate nei quattro anni di riferimento dalle singole imprese. Una situazione che ha portato ad un contenzioso davanti al Tar del Lazio che si è trovato di fronte ad una matassa molto complicata da sbrogliare. Il governo aveva provato a correre ai ripari nell’ultima legge di Bilancio, introducendo un fondo
La norma prevedeva la possibilità per le imprese che rinunciavano al contenzioso o che non lo avevano mai attivato, a versare alla regione di riferimento, entro il 30 giugno (termine poi prorogato al 31 luglio), la restante quota rispetto a quella determinata dai provvedimenti regionali.
Al fianco delle imprese, nel contenzioso attivato contro governo e Regioni, c’è Confindustria Medici che pur apprezzando il tentativo del governo di porre un argine alla questione, aveva ritenuto non percorribile la strada dello sconto per risolvere il problema. Le imprese chiedono una rivisitazione totale di una norma che rischia di aprire le porte alla comparteciazione delle aziende alla spesa pubblica. Norma ora congelata dal provvedimento del Tar, in attesa che i giudici possano compiutamente esprimersi sulla legittimità della stessa.
Notizie correlate: Ordinanza Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio 02890/2023
Nota: Con i ricorsi viene contestata l’illegittimità dei provvedimenti impugnati per l’incostituzionalità della normativa primaria di legge, la non conformità con il diritto eurounitario, la violazione di norme di legge preesistenti, oltre ai numerosi errori di calcolo delle fatture ricevute dalle regioni. Sul fronte governativo, al momento, l’ultima decisione riguarda la proroga al 31 luglio – definita con la recente approvazione del decreto Enti – del termine per il versamento della quota ridotta (1,1 miliardi di euro) di contributo da parte delle aziende fornitrici che non abbiano attivato un contenzioso o vogliano rinunciarvi. La partita è ancora aperta.
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AIFA
Riepilogo dei pagamenti a titolo di Ripiano della spesa farmaceutica acquisti diretti anno 2021 – Aggiornamento del 30/03/2023
Aggiornamento al 30 marzo 2023
Le Aziende comunicano di aver pagato alle Regioni e Province autonome oltre 1,023 miliardi di euro pari al 99% del dovuto.
L’Agenzia ha effettuato una ricognizione dei pagamenti effettuati dalle aziende farmaceutiche alla data odierna, sulla base delle informazioni pervenute.
Da un’analisi dei dati, risulta che, delle 166 Società (codici SIS) – destinatarie di oneri di ripiano – 14 società (codici SIS) risultano essere totalmente o parzialmente inadempienti.
Le società hanno versato un importo complessivo pari a euro 1.023.040.257,23 (99%) su un ammontare richiesto pari a euro 1.034.700.865,34.
Di seguito, viene reso disponibile il dettaglio dei versamenti effettuati da parte di ciascuna azienda farmaceutica (codice SIS) ordinate in modo crescente per percentuale di pagamento rispetto al richiesto.
L’Agenzia fornirà ulteriori aggiornamenti a seguito della ricezione di altre attestazioni di pagamento da parte delle aziende farmaceutiche destinatarie del ripiano.
Pubblicato il: 30 marzo 2023