Dopo 8 anni di assenza, il Ministero della Salute, Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica, ha pubblicato il 19 ottobre scorso la “Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2017-2021”. La Relazione affronta soprattutto le questioni aperte negli ultimi anni. Come ad esempio la rinuncia alle cure e il nuovo sistema di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e funge da strumento organico di valutazione degli obiettivi di salute raggiunti e delle strategie poste in essere per il loro conseguimento. È un risultato indubbiamente positivo che consente di avere una panoramica indispensabile del Ssn per affrontare criticità come le disuguaglianze nell’assistenza” commenta Tonino Aceti, presidente di Salutequità.
Riportiamo integralmente uno stralcio della Relazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce “essenziali” i farmaci che soddisfano i bisogni sanitari
Sebbene i farmaci inclusi nella lista dell’OMS, comprese le alternative terapeutiche, rap- presentino solo il 30% dei farmaci presenti nell’anagrafica dei farmaci commercializza- ti (conteggio complessivo n. 714 su 2396 ATC di V livello), essi costituiscono il 74% dei consumi totali [in termini di dosi definite giornaliere (defined daily dose, DDD)], a testimonianza del fatto che in Italia sono molto utilizzati, nonostante l’ampia disponibilità di molteplici principi attivi.
Il 97% dei farmaci inclusi nella lista EML (Essential Medicines List) disponibili in Italia è erogato a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN), in coerenza con la definizione di farmaco essenziale dell’OMS; il restante 3%6 è rappresentato da dispositivi e/o parafarmaci a carico del cittadino. Negli ultimi 50 anni in Italia la mortalità è nettamente diminuita, l’aspettativa di vita è cresciuta di 1 mese ogni 4 e oggi l’Italia figura ai primi posti al mondo per valore medio dell’aspettativa di vita, anche grazie alla numerosa disponibilità e accessibilità di farmaci e vaccini, i quali contribuiscono quotidianamente al miglioramento della salute dei cittadini.
È stato osservato che il tempo intercorso tra la data della decisione della Commissione Europea e la data di presentazione dell’istanza di P&R da parte dell’azienda farmaceutica è, dal 2018 al 2020, in media da 10 a 12 mesi per i farmaci non generici e da 7 a 12 mesi per i farmaci generici, presentando una forte variabilità nel tempo per entrambe le categorie farmaceutiche.
La durata complessiva del procedimento – dalla data di avvio alla data di conclusione, includendo i tempi di valutazione da parte delle commissioni consultive dell’Agenzia (Segretariato HTA, Commissione Tecnico-Scientifica e Comitato Prezzi e Rimborso) – è diminuita dal 2018 al 2020, passando in media da 9 a 8 mesi per i farmaci non generici. Per quanto concerne il tempo di trasmissione in Gazzetta Ufficiale, dalla data di conclusione del procedimento fino alla trasmissione in Gazzetta Ufficiale del relativo provvedimento, si è osservata una diminuzione nel tempo, passando da poco più di 2 mesi nel 2018 a 2 mesi nel 2020, sia per i farmaci generici sia per i farmaci non generici.
L’incremento della quota di fondo indistinto 2021 rispetto al 2019, comprensiva delle quote premiali, sommato alle ulteriori risorse messe a disposizione dalle norme nazionali (risorse Covid- 19 2021, accantonamenti Covid-19 2020 da poter utilizzare nel 2021, ulteriore contributo statale per la copertura dei costi Covid-19 derivante dal payback), è stato sostanzialmente sufficiente a coprire gli incrementi dei costi registrati nel medesimo periodo 2019-2021.
Con riferimento, infine, all’anno 2021, dalle risultanze dei dati di IV Trimestre 2021 si evidenzia un generale peggioramento di quasi tutte le Regioni, in particolare della Regione Puglia, che registra un disavanzo prima delle coperture pari a 239 milioni di euro. Lazio: –83,5 mln euro; Abruzzo: 0,7 mln euro; Molise: –60 mln euro; Campania: –69,5 mln euro; Puglia: –239 mln euro; Calabria: +27 mln euro; Sicilia: 0,5 mln euro.
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