Argomento: le aste tra farmaci “terapeuticamente equivalenti” che metterebbero a rischio la rimborsabilità di circa 1.500 specialità medicinali. Soprattutto prodotti innovativi e per i malati cronici, a dispensazione ospedaliera. In tutto 2.700 specialità.
La Determina, solo sospesa per 90 giorni, è quella che secondo i calcoli del centro studi Fimmg metterebbe a rischio la rimborsabilità di circa 1.500 specialità medicinali. Soprattutto prodotti innovativi e per i malati cronici, a dispensazione ospedaliera, distribuzione diretta o “per conto”, ossia acquistati a prezzi scontati dalle Asl e distribuiti poi in farmacia. In tutto 2.700 specialità, oltre la metà delle quali rischia di diventare a carico degli assistiti per via delle alle quali la Determina da il via libera e che lascerebbero nella sfera della rimborsabilità solo i prodotti che batteranno i prezzi più bassi, escludendo tutti gli altri appartenenti al 4° livello di classificazione Atc. Livello che ricomprende farmaci con la stessa indicazione terapeutica ma con principi attivi anche diversi.
“Il provvedimento – spiega il Segretario nazionale del sindacato dei medici di medicina generale – è stato sospeso fino al 27 agosto da una nuova determina della stessa Aifa, ma l’allarme resta alto visto il pressing delle Regioni. Per questo chiediamo al Presidente dell’Aifa di ritirare in toto la Determina sulla gare per farmaci equivalenti”. “E l’incontro – prosegue – sarà l’occasione per sollecitare anche l’avvio della sperimentazione che avrebbe dovuto consentire a 2.400 medici di famiglia di prescrivere i medicinali sottoposti a piano terapeutico, che costringono oggi 10 milioni di malati cronici e gravi a una corsa ad ostacoli per ottenere la prescrizione. Con tanto di pagamento del super-ticket da 50 euro per la visita dello specialista, unico autorizzato al momento a prescrivere”. “Inerzie – conclude Milillo – che stanno creando gravi disagi agli assistiti e che limitano l’autonomia prescrittiva del medico”.
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