Svizzera. I negoziati segreti di Big Pharma: perché i farmaci costano così tanto?

Il prezzo dei medicamenti continua ad aumentare in tutta Europa, Svizzera compresa, mettendo in difficoltà i sistemi sanitari: abbiamo rivolto alcune domande all’associazione di casse malattia Santésuisse

Corriere del Ticino – 23 ottobre 2024 – di Michele Montanari

Il prezzo dei farmaci continua ad aumentare in tutta Europa e le prospettive per il futuro sono tutt’altro che rosee. Emerge da una recente analisi compilata dall’European Social Insurance Platform (ESIP) e dal Medicine Evaluation Committee (MEDEV), che hanno lanciato l’allarme sulle dure sfide che i sistemi sanitari nazionali dovranno affrontare.

I motivi dietro la costante crescita dei costi sono molteplici e non sempre chiari, soprattutto per la poca trasparenza che contraddistingue il settore farmaceutico. Stando a una approfondita inchiesta pubblicata da Republik lo scorso 23 settembre, gli attori di Big Pharma non sono tenuti a rivelare i costi di ricerca e sviluppo dei loro prodotti. Dunque, per chi è estraneo al settore risulta molto complicato stimare quale sarebbe un prezzo ragionevole per un farmaco. E non solo, grazie ai brevetti, spesso un’azienda si trova ad essere l’unica fornitrice di un determinato prodotto. Fosse anche un farmaco salvavita, ci sarà un monopolista che avrà un potere contrattuale fortissimo.

Le case farmaceutiche negoziano costi e sconti con i singoli Paesi, ma nessuno di loro sa quanto un medicamento sia stato pagato realmente altrove. Anche lo sconto ha un suo prezzo: la riservatezza.

In questo modo, scrive ancora Republik, le aziende farmaceutiche possono alzare sempre di più l’asticella quando trattano con i Paesi (in Svizzera l’interlocutore è l’Ufficio federale della sanità pubblica, ndr). Anche attraverso minacce neanche troppo velate: non potete pagare? Questo farmaco non sarà commercializzato nel vostro Paese. E in casi del genere, i medicamenti non verrebbero coperti dall’assicurazione sanitaria. Di fatto si tratta di un «ricatto» che Big Pharma fa agli enti sanitari nazionali.

Verrebbe da pensare che per un Paese meno ricco i prezzi dei farmaci siano più convenienti. Non è sempre così. Stando a un’indagine di Investigate Europe, in alcuni casi le Nazioni forti economicamente pagano meno – e ricevono prima i farmaci innovativi – rispetto a quelle dell’Europa centrale e orientale.

Investigate Europe ha cercato di fare un esempio elaborando una stima dei prezzi annuali per singolo paziente di alcuni farmaci usati per curare la fibrosi cistica. Ebbene, la media, al netto dell’IVA, era di 71 mila euro in Francia, 81 mila in Italia e 87 mila in Spagna. Mentre a est i prezzi lievitavano: in Polonia 109 mila euro, in Repubblica Ceca 140 mila. E in Lituania, stando alle stime, si arriverebbe addirittura a 175 mila euro.

Si tratta di un sistema decisamente difficile da inquadrare nella sua interezza, proprio per gli oscuri negoziati tra Big Pharma e i vari Paesi. Per capire com’è la situazione in Svizzera abbiamo girato alcune domande a Ivo

Giudicetti, portavoce e specialista Public Affairs dell’associazione di casse malattia Santésuisse.

Il prezzo dei medicamenti continua a crescere in tutta Europa. E in Svizzera? Quali sono le previsioni?

«Il costo dei farmaci nell’assicurazione malattie obbligatoria è molto elevato anche in Svizzera. Nel 2023, un assicurato con un premio medio annuo di 4.500 franchi ha pagato in media 1.000 franchi per i farmaci. Nel 2013, questa cifra era di 700 franchi. L’elevata crescita negli ultimi anni è dovuta principalmente ai nuovi farmaci oncologici molto costosi (Keytruda, Darzalex, Enhertu, ecc.). Altri nuovi farmaci molto cari stanno entrando sul mercato (ad esempio Trikafta, Vyndaqel, Vabysmo, Shingrix, ecc.). Le terapie più vecchie e meno costose sono sostituite da nuove terapie ambulatoriali personalizzate e più costose. Santésuisse ipotizza che il prezzo dei farmaci continuerà ad aumentare sensibilmente. L’industria farmaceutica cercherà di imporre all’Ufficio federale della sanità pubblica le sue crescenti ambizioni sui prezzi. I prezzi dei nuovi farmaci sono negoziati tra i produttori e l’UFSP in base a determinate regole (confronto dei prezzi all’estero e confronto terapeutico incrociato). Gli assicuratori malattia devono poi rimborsare i prezzi fissati».

Quali sono i farmaci più costosi attualmente?

«I costi degli immunosoppressori e dei farmaci antitumorali hanno registrato una forte crescita negli ultimi anni. Oggi ammontano a 2,6 miliardi di franchi svizzeri (2023). Nel 2013, la cifra era ancora inferiore a un miliardo. Tuttavia, ci sono anche altri esempi. Come il farmaco Wegovy, che è stato approvato per il trattamento dell’obesità nel 2024. Solo per Wegovy i costi annuali di trattamento per paziente ammontano a 2.500 franchi. Santésuisse prevede costi aggiuntivi di diverse centinaia di milioni di franchi dovuti al suo utilizzo nel 2% della popolazione. Nell’ambito delle malattie rare, il Trikafta per il trattamento della fibrosi cistica è presente nell’assicurazione di base dal 2021. Una confezione per 28 giorni costa circa 15.000 franchi, secondo l’elenco delle specialità. L’azienda farmaceutica concede uno sconto confidenziale per confezione, il che significa che il prezzo effettivo pagato non è pubblicamente noto. Si stima che oltre 600 pazienti siano attualmente in terapia con Trikafta. In base ad alcune fonti, si ipotizza che solo per Trikafta sono fatturate spese complessive per decine di milioni di franchi l’anno. Inoltre, negli ultimi anni anche le terapie geniche sono da rimborsare. Queste terapie, applicate per una sola somministrazione, costano da diverse centinaia di migliaia di franchi (Kymriah ecc.) a diversi milioni di franchi (Zolgensma)».

Come mai il prezzo dei farmaci aumenta? Quanto contano la ricerca e le nuove tecnologie?

«L’industria farmaceutica persegue i profitti anche nell’assicurazione obbligatoria. Le argomentazioni relative ai costi di ricerca e di investimento sono spesso usate dai produttori di farmaci per ottenere prezzi più elevati. Il problema è che non c’è trasparenza nella determinazione dei prezzi attraverso la procedura con l’UFSP. Nelle negoziazioni dei prezzi, soprattutto nel caso di farmaci molto costosi (cure del cancro e di malattie rare), i produttori evocano il segreto commerciale e industriale traendone vantaggio per non documentare i costi di ricerca e sviluppo sostenuti; l’UFSP è portato a riporre fiducia in loro senza poter davvero verificare. Inoltre, il titolare di omologazione del medicamento può assumere una posizione di monopolio con un farmaco innovativo richiesto dai pazienti, il che aumenta la pressione sulle autorità per negoziarne il prezzo. In definitiva, il loro prodotto può determinare la qualità della vita dei pazienti, l’alleviamento delle loro sofferenze o addirittura la loro vita o morte. Il sistema dei prezzi “di vetrina” proposto dalla stessa industria farmaceutica non aiuta. Viene pubblicato un prezzo “di vetrina”, mentre il prezzo effettivo pagato è inferiore. Con questo modello, su cui è imposto il segreto, l’industria farmaceutica dà l’impressione a un Paese di “guadagnarci” grazie a uno sconto. Ma questo rende difficile un confronto accurato dei prezzi dei farmaci tra i diversi Paesi, favorendo la massimizzazione del potenziale profitto nei diversi mercati».

Che accorgimenti può utilizzare il semplice cittadino per spendere meno?
«È importante utilizzare i generici e i biosimilari più economici, che sono equivalenti ai preparati originali. L’assicurato può optare per un modello assicurativo alternativo che, ad esempio, preveda la dispensazione di farmaci generici al posto dei preparati originali (quando ciò è possibile). In questo modo risparmia sui premi e sui costi di franchigia perché i costi dei farmaci sono più bassi, e i quindi sono inferiori anche per l’insieme degli assicurati. D’altra parte, il paziente può esprimere direttamente al medico o al farmacista la sua preferenza per un generico o una confezione adatta alle sue esigenze, per evitare sprechi».

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