Il Policlinico di Messina
Farmaci scaduti da due anni, sporcizia, calcinacci e polvere anche all’interno delle sale operatorie.
E ancora. Perdite di acqua dalle tubature e una carcassa di pipistrello ricoperta di ragnatele. È quanto hanno trovato ieri i carabinieri dei Nas nel corso di un’ispezione al Policlinico di Messina, teatro della rissa tra due medici avvenuta giovedì scorso in sala parto, mentre una donna era in attesa di dare alla luce il suo primo figlio. Su incarico del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, i militari del Nas di Catania, in collaborazione con i colleghi di Palermo, Catanzaro e Ragusa e quelli del Comando provinciale di Messina, hanno dato corso a una attività ispettiva presso l’ospedale «G. Martino» di Messina, evidenziando che la struttura «è interessata da carenze igienico-sanitarie, strutturali e tecnico impiantistiche tali da costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante in violazione alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e di degenza, nonché presenza di farmaci accantonati nelle corsie dei vari reparti e mancato rispetto dei percorsi sporco/pulito». A breve nell’ospedale, finito nell’occhio del ciclone, arriveranno anche gli ispettori del ministro per la Salute, Ferruccio Fazio, per fare luce su un altro caso di presunta malasanità, l’aborto di un feto malformato in un bagno, senza l’assistenza dei medici perchè tutti obiettori di coscienza. Dopo il clamore e lo scandalo suscitato dal diverbio nella sala operatoria del reparto di ostetricia, gli investigatori stanno cercando di mettere assieme gli elementi finora raccolti per ricostruire quanto accaduto a Laura Salpietro, alla quale è stato asportato l’utero per le complicazioni post-cesareo e al figlio, che ha subito due arresti cardiaci e per il quale si temono danni cerebrali.