da Graziano Fornaciari / 5 maggio 2014 PRIMA PAGINA DI YVS
I farmaci sono sempre meno efficaci, e le infezioni minori rischiano di tornare ad uccidere. Questa notizia ce la comunica l’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS), parlando di era post-antibiotica.
Ma come? Tutti quei miliardi di fatturato delle multinazionali farmaceutiche a cosa servono? Vuoi vedere che invece di guarire, i farmaci servono ad alimentare la forza della malattia così che occorrano farmaci ancora più “innovativi”, con nomi ridicoli, e con scatole con colori sempre più sgargianti?
Ce lo spiega Keiji Fukuda, vicedirettore generale della sicurezza sanitaria dell’Oms, parlando di un uso improprio degli antibiotici, e della necessità di prevenire le infezioni. Ma dai? Prevenire è meglio di curare… non l’avevo mai sentita. Naturalmente scherzo, ditemi voi se aziende che basano la loro esistenza sul fatturato, si possono permettere la guarigione del paziente, affrancandolo dalla dipendenza dei medicinali. Secondo me no!
Questa notizia è ripresa da un articolo di Repubblica che evidenzia uno studio che ha preso in esame i dati di 114 paesi, ponendosi davanti asette batteri responsabili di malattie gravi comuni come, la setticemia, le polmoniti, le infezioni delle vie urinarie, le diarree e le infezioni sessuali. Inoltre, la resistenza ai farmaci è stata riscontrata anche per quanto riguarda l’hiv, la malaria, la tubercolosi e l’influenza.
I pazienti maggiormente colpiti da patologie infettive sono gli anziani, e visto che questa fascia d’età sta aumentando di numero in maniera considerevole, forse Big Pharma si sta guadagnando una ulteriore fetta di mercato. In ogni caso, statene pur certi, questi colossi farmaceutici cadranno sempre in piedi, anche con la complicità di chi li prescrive.
È un po’ come gridare: << Al lupo, al lupo >>, alimentando paure che invece non avrebbero motivo di esistere, poi quando il lupo arriverà davvero, l’efficacia di quella richiesta d’aiuto non verrà presa in considerazione, per l’antibiotico è la stessa cosa, almeno questo è il mio parere.
Non credo che tutto questo sia casuale, Big Pharma ha bisogno di clienti, inutile starsela a raccontare. Dobbiamo essere sempre più ammalati, magari siamo anche troppi e dobbiamo essere sfoltiti, forse ancora troppo vitali tanto da doverci rendere sempre più disumani.
Tutto ciò che concorre alla vita viene inquinato e spento. Respiriamo, mangiamo e beviamo continuamente veleni, con l’avvallo di una umanità ormai alla mercé di forze che di umano hanno ben poco. La terra viene riempita continuamente di veleni, l’aria è ormai irrespirabile, per non parlare delle contraffazioni del cibo sempre più scadente, mentre politici da strapazzo, marionette di un potere a cui occorrono dei prestanome, reggono il gioco a forze aliene per cibarsi delle briciole che cadono dalle zampette avide di queste cavallette.
Buon senso ci vuole e maggiore fiducia in se stessi, e nelle capacità rigeneratrici del corpo umano. Vita sana, attività fisica, spegnere completamente la televisione preferendo leggere un libro, un uso parsimonioso dei cellulari e della tecnologia in generale, possono essere un buon inizio.
Coltivare il bello, fisicamente, emotivamente e mentalmente è necessario per una buona salute, lasciando alla porta tutto ciò che vorrebbe insozzare la nostra coscienza.
Mente sana in un corpo sano, diceva Giovenale ne 356 d.C, e ancora oggi è una affermazione da seguire senza remore… poi, se proprio non potessimo fare a meno di un antibiotico lo assumeremo facendocene una ragione, probabilmente sarà più efficace, creerà meno danni, e non alimenterà eccessivamente una dipendenza.
L’allarme dell’Oms: “Super-batteri hanno invaso il pianeta e sono devastanti”
I super-batteri hanno invaso il pianeta e le conseguenze rischiano di essere “devastanti”. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità: “La minaccia che i germi resistenti ai farmaci rappresentano per la salute pubblica non è più una previsione per il futuro, ma un’emergenza reale già in atto in tutte le regioni del globo. Possono colpire chiunque, a ogni età, in ogni Paese”. E “senza un’azione urgente e coordinata da parte di ogni forza in campo – avverte Keiji Fukuda, vice direttore generale Oms per la sicurezza sanitaria – il mondo si troverà a fronteggiare un’era post-antibiotica in cui infezioni comuni, che sono state curabili per decenni, potranno tornare a uccidere”.
L’OMS dichiara lo stato di emergenza – In un nuovo Rapporto sull’antibiotico-resistenza, l’agenzia delle Nazioni Unite non usa mezzi termini e dichiara lo stato di emergenza: “E’ una delle più gravi minacce sanitarie, e lo è adesso”. “Gli antibiotici efficaci – ricorda Fukuda – sono stati uno dei pilastri che ci hanno permesso di vivere più a lungo e più sani, e di beneficiare della medicina moderna”. Ma oggi, “a meno che non si prendano azioni significative per aumentare gli sforzi nella prevenzione delle infezioni, e per cambiare il modo in cui produciamo, prescriviamo e usiamo gli antibiotici, il mondo perderà progressivamente quanto ha conquistato sul fronte della salute pubblica. E le implicazioni saranno devastanti”.
Resistenza agli antibiotici per almeno 6 batteri – Il nuovo report scatta la fotografia più completa disponibile finora sulla resistenza agli antibiotici, analizzando dati da 114 Paesi. Anche se il fenomeno sta riguardando molti agenti infettivi diversi, il rapporto si focalizza su 6 batteri responsabili di malattie gravi, e tuttavia comuni, come sepsi, diarrea, polmonite, infezioni urinarie e gonorrea. Le conclusioni suscitano “forte preoccupazione”, documentando resistenza agli antibiotici – e soprattutto a quelli usati come ‘ultima spiaggia’ – in tutte le regioni del pianeta.
Vecchie infezioni tornano a uccidere – Il Rapporto Oms si sofferma per esempio sulla Klebsiella pneumoniae, batterio intestinale fra le cause più frequenti di infezioni nosocomiali come polmonite, infezioni neonatali o dei pazienti in terapia intensiva. Ebbene in alcuni Paesi, a causa della resistenza sviluppata dal germe, oltre la metà dei malati non reagisce ai carbapenemi, antibiotici di “ultima linea” che si utilizzano quando già altri hanno fallito. Dilagante anche la resistenza ai fluorochinoloni, usati nelle infezioni urinarie da Escherichia Coli: negli anni ’80, quando furono introdotti, la resistenza a questi antibiotici era virtualmente pari a zero, mentre oggi ci sono Paesi in molte aree del mondo in cui sono inefficaci in più di un paziente su 2. Quanto alla gonorrea, che infetta nel pianeta 1 milione di persone al giorno, casi di ‘flop’ delle cefalosporine di terza generazione sono stati confermati in Austria, Australia, Canada, Francia, Giappone, Norvegia, Sudafrica, Slovenia, Svezia e Uk.
“Buchi” nei sistemi di difesa di tutti i Paesi del mondo – Gli argini per contenere l’antibiotico-resistenza “fanno acqua” in tutti i Paesi, ammonisce l’Oms nel nuovo Rapporto. Se è vero infatti che alcune nazioni hanno fatto passi importanti nella gestione del problema, ognuna ha dei “buchi” nel suo sistema di difesa. Gli strumenti per contrastare l’emergenza vanno dal monitoraggio dei casi di resistenza alla prevenzione delle infezioni, per ridurre a monte la necessità di antibiotici attraverso una maggiore igiene, l’accesso ad acque più pulite, le vaccinazioni, il controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie.
Guerra a super-batteri deve essere una guerra di alleanze – Quella ai super-batteri deve essere una guerra di alleanze, raccomanda l’agenzia ginevrina. Tutti possono e devono fare la propria parte. La devono fare innanzitutto i cittadini: assumendo antibiotici solo quando vengono prescritti da un medico; completando il ciclo di cura anche se iniziano a sentirsi meglio già prima di concluderlo; non condividendo mai antibiotici con altri, né riutilizzando eventuali rimanenze. Farmacisti e operatori sanitari devono invece potenziare gli strumenti di prevenzione e controllo delle infezioni; prescrivere e dispensare antibiotici, quelli giusti per il singolo caso, solo quando realmente necessari. L’Oms si rivolge anche alle autorità politiche (rafforzare il monitoraggio delle resistenze e implementare le capacità dei laboratori) e al mondo dell’industria, che dovrebbe promuovere l’innovazione e la Ricerca e Sviluppo di nuovi farmaci, favorendo le collaborazioni e la condivisione di informazioni fra tutti gli attori del sistema.