Fusione Takeda – Shire, affare fatto. Anche gli azionisti di Takeda danno il via libera
PHARMASTAR – Mercoledi 5 Dicembre 2018
Nel corso di una assemblea pubblica straordinaria tenutasi a Osaka, nel Giappone occidentale, oltre il 90 per cento degli azionisti di Takeda Pharmaceutical ha approvato l’acquisizione da 59 miliardi di dollari di Shire. Takeda entrerà così nella top ten delle case farmaceutiche più importanti al mondo e sarà il leader mondiale nelle malattie rare.
Nel corso di una assemblea pubblica straordinaria tenutasi a Osaka, nel Giappone occidentale, oltre il 90 per cento degli azionisti di Takeda Pharmaceutical ha approvato l’acquisizione da 59 miliardi di dollari di Shire.
Takeda entrerà così nella top ten delle case farmaceutiche più importanti al mondo e attraverso l’accordo, la più grande acquisizione all’estero da parte di un’azienda giapponese, diventerà il leader mondiale nelle malattie rare.
L’approvazione di mercoledì era ampiamente attesa, anche se un piccolo gruppo di investitori si era attivamente opposto. “Siamo decisamente contrari perché i rischi finanziari sono troppo grandi e i benefici attesi sono abbastanza limitati”, aveva dichiarato prima dell’incontro Kazuhisa Takeda, ex direttore della casa farmaceutica e membro della famiglia fondatrice. “Penso che l’M&A sia necessario per il futuro di Takeda, ma Shire non è la risposta”.
E’ stato stimato che la fusione triplicherà l’EBITDA (earnings before interest, taxes, depreciation and amortization) di Takeda, il più importante indice di redditività di un’azienda. Lo scorso anno, Shire ha riportato profitti netti per $4,2 miliardi, due volte e mezza quelli di Takeda.
Per finanziare la fusione tra le due società, Takeda ha dovuto reperire un’ingente massa di risorse economiche, in parte attraverso l’emissione di nuove azioni e con 30,9 miliardi di dollari in prestiti bancari. Non sarà una sfida facile. Le azioni Takeda sono diminuite di circa il 25% da quando nel mese di marzo il produttore giapponese di farmaci ha rivelato il suo interesse per l’acquisizione, e gli investitori si preoccupano se l’azienda è in grado di far fronte agli elevati costi di finanziamento e alle sfide dell’integrazione.
Per ripagare il debito, Takeda ha pianificato di dismettere fino a 10 miliardi di dollari di attività non fondamentali. Andy Plump, il responsabile globale di R&S di Takeda, ha dichiarato a Reuters “Abbiamo un piano di dismissione che ci porterà a posto nel giro di tre-cinque anni…. le nostre agenzie di credito sono d’accordo. Il nostro rating del credito è destinato a scendere, ma sarà ancora al di sopra dello status di junk bond, che è fondamentale per noi” ha dichiarato in un’intervista.
Gli analisti hanno detto che potrebbe essere difficile integrare le due società ma hanno anche convenuto che Takeda non aveva altra scelta se non quella di cercare di crescere all’estero, vista la pressione per mettere a punto trattamenti all’avanguardia in un contesto di calo dei ricavi derivanti da farmaci più vecchi che devono competere con farmaci generici più economici.
Anche con l’acquisizione di Shire, Takeda dovrà rafforzare la sua gamma di terapie sperimentali per competere nel lungo termine. “È fondamentale che l’azienda giapponese possa reinvestire i profitti dell’accordo per lo sviluppo di farmaci futuri”, ha detto Kazuaki Hashiguchi, analista senior presso Daiwa Securities. “I benefici dell’accordo dureranno per un periodo di tempo limitato, poiché nessun trattamento può evitare la scadenza del brevetto”. Insomma, la sfida è continua, ma questo già la sapevamo.
Nota:
Christophe Weber, 52 anni, CEO & Representative Director Takeda Pharmaceutical Company Limited ha percepito nel corso dell’anno fiscale 2017 un compenso totale di ¥ 905.000.000 pari a € 7.060.000 [fonte Bloomberg]