Non è solo uno scandalo sanitario. L’allarme sul Mediator in Francia, il farmaco anti-fame che avrebbe ucciso un numero di pazienti ancora difficile da stimare, diventa «affaire» politico, mettendo in causa ex ministri e svelando presunti legami tra il presidente Sarkozy ed i laboratori Servier, che producevano il farmaco incriminato. Venduto in Francia dal 1975, prescritto a 5 milioni di pazienti, il Mediator era stato prima riservato alla terapia per il diabete, poi somministrato contro il sovrappeso, prima di essere vietato nel novembre 2009. Ma l’allarme è scattato solo poche settimane fa, quando l’Agenzia dei prodotti sanitari (Afssaps) rivelò che in 33 anni più di 500 pazienti sono morti per gli effetti perversi del farmaco, soprattutto cardiovascolari. La conta delle vittime del farmaco killer è poi salita a 2.000. Lo scandalo esplode. Il presidente Sarkozy ha invocato la «più totale trasparenza» sulla vicenda, mentre il neo-ministro della Sanità, Xavier Bertrand, ammettendo le gravi falle del sistema di vigilanza dei farmaci sulla piazza, annuncia una commissione d’inchiesta. Un numero verde gratuito di informazione viene aperto, mentre crescono le polemiche. La Francia è il solo paese europeo ad aver mantenuto in commercio il Mediator così a lungo. La Spagna lo aveva ritirato nel marzo del 2003, seguita pochi mesi dopo dall’Italia. Secondo Le Figaro, però, le autorità francesi erano state avvertite sin dal 1998 della pericolosità del farmaco. Su richiesta dell’Italia, il Mediator era stato infatti oggetto di un’inchiesta europea. Quel rapporto dell’ottobre 1999, firmato dai dottori Giuseppe Pimpinella e Renato Bertini, che si è procurato Le Figaro, metteva in guardia sugli «effetti tossici» del benfluorex, il principio attivo del farmaco, un agente chimico della famiglia delle anfetamine. Ma il Mediator è rimasto sul mercato francese. Secondo rivelazioni pubblicate da un altro quotidiano, Liberation, su questa decisione ha fortemente influito il ruolo del produttore Servier, seconda casa farmaceutica francese dopo Sanofi-Aventis. In un «fax confidenziale» del 22 marzo 1996 emerge che l’azienda avrebbe tentato di «far tacere» i medici troppo critici nei confronti dell’Isomeride, un altro farmaco prodotto dal