A pochi giorni dalla partenza prevista per la dispensazione di farmaci per unità nelle farmacie francesi, due farmacisti su tre si dichiarano ancora contrari. E molto probabilmente la controversa sperimentazione sarà posticipata, perché mancano gli indirizzi pratici per attuarla e i test non potranno iniziare prima di giugno, se non addirittura al rientro a settembre. Buone notizie quindi per tutti quei farmacisti che non l’hanno digerita bene, come emerso da un recente sondaggio che Call Medi Call ha realizzato per le Quotidien du pharmacien. L’esperimento con alcuni antibiotici sarebbe dovuto partire il primo di aprile per poi concludersi tre anni più tardi ma per ora sembra ci sia un nulla di fatto: il primo incontro preparatorio si è svolto solo martedì scorso; le farmacie pilota non sono ancora state scelte; la questione di un’eventuale remunerazione non è stata definita e le modalità proposte «sono davvero troppo complesse i farmacisti» ha spiegato Philippe Besset, vice-presidente della Fédération des syndicats pharmaceutiques de France (Fspf) «ci chiedono di ritagliare, conservare le scatole per la volta successiva, rifare le etichette, rifare la registrazione, aggiungere annotazioni alla registrazione…tutto questo non è applicabile alla farmacia». Un parere condiviso anche dai farmacisti sul territorio, come emerso dall’inchiesta di Call Medi Call: il 69,30% dei titolari non è favorevole a cominciare un esperimento di dispensazione dei farmaci per singole unità. L’obiezione principale è che si tratta di una procedura che richiede molto tempo, che sarà difficile da attuare al banco e che non porterà alla comunità tutti i benefici economici attesi. Al contrario quel 26,2% di farmacisti favorevoli è convinti che questo esperimento produrrà delle economie, e soprattutto permetterà di limitare il rischio di automedicazione con i farmaci avanzati in casa da precedenti prescrizioni e migliorerà la compliance. Tuttavia per quasi 9 su 10 dei favorevoli la procedura deve essere retribuita. Però ancora prima che la sperimentazione abbia inizio, il 46,2% non crede che avrà esiti positivi, né che sarà estesa ad altre classi terapeutiche, anche se poco meno della metà degli intervistati (48,10%) considera che la classe degli antibiotici sia la scelta corretta per questo tipo di sperimentazione.
Elisabetta Lucchesini
Martedì, 01 Aprile 2014 – Farmacista33