Monopoli: “i medici di famiglia hanno già raggiunto gli obiettivi di spesa a livello nazionale”
“L’ulteriore riduzione della spesa farmaceutica imposta dalla Regione ai medici di famiglia rischia di tradursi in un danno alla salute dei cittadini. – continua Monopoli – i vincoli di budget non possono andare a scapito della salute dei cittadini. Oltre agli obiettivi economici, bisogna preoccuparsi degli obiettivi di salute.”
Come sottolinea la Sentenza 8254 del 2/3/2011 della Corte di Cassazione, “ […] a nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell’ammalato […] Il medico non è tenuto al rispetto di quelle direttive, laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non può andare esente da colpa ove se ne lasci condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria professionalità e la propria missione a livello ragionieristico”.
“Non si comprende perché puntare a comprimere la libertà prescrittiva dei medici, spingendo su farmaci più a basso costo e mettendo costantemente in discussione l’appropriatezza, valutata solo da un punto di vista economico . Questo modo di procedere è poco rispettoso nei confronti della professione medica e finisce anche per avere ricadute negative sulla salute dei pazienti.” – prosegue Monopoli.
“L’impressione è che, nella necessità di abbattere la spesa sanitaria per recuperare 47,5milioni di euro entro la fine dell’anno, si indichino i medici di famiglia come responsabili della lievitazione della spesa. Per raggiungere
Del resto, quando la riduzione della spesa finisco con il comprimere i bisogni di salute si rischia di innescare un circolo vizioso: le indagini mostrano infatti come nelle Regioni con piano di rientro ci sia un maggiore ricorso alle prescrizioni della medicina convenzionata e all’accesso alla medicina generale. Questo vuol dire che i bisogni di salute che non trovano risposte in altri settori del servizio sanitario si indirizzano verso i servizi in libero accesso come la medicina di famiglia.
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