Spesa farmaci 2017: farmacie virtuose nel contenimento costi
Questi i dati diffusi da Federfarma e pubblicati sul sito nella sezione dedicata alla spesa farmaceutica.
Dai numeri risulta che a tale calo di spesa e di consumi corrisponde, invece, nel 2017 un rilevante incremento della spesa (+13,3%) e del numero di pezzi di farmaci (+11%) erogati in distribuzione per conto (Dpc). Questo, a fronte di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche che nel 2017 è stato pari al +3,9%.
Le farmacie continuano a dare un rilevante contributo al contenimento dei costi – oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita al Ssn di tutti i dati sui farmaci Ssn – con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2017 un risparmio di circa 415 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 67 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali.
A tali pesanti oneri per la farmacia, si è aggiunta dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel periodo in esame in circa 188 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2017, è stato di circa 670 milioni di euro.
L’incidenza delle confezioni di generici è pari al oltre il 29% del totale per una spesa per a oltre il 18% del totale, con notevoli differenze a livello regionale.
Prosegue, infine, il trend di aumento delle quote di partecipazione a carico dei cittadini, la cui incidenza sulla spesa lorda è passata dal 14,2% del 2016 al 14,4% del 2017.
Notizie correlate: Federfarma: spesa farmaceutica, boom dei generici
Prezzi farmaci. Trump bacchetta tutti, ma solo a parole
I consumi di farmaci Ssn nel 2017: Ppi e Cardioasprina al top
Farmaci cardiovascolari al primo posto nella spesa farmaceutica convenzionata Ssn, mentre gli inibitori di pompa protonica risultano la categoria più prescritta e la cardioasprina svetta tra le specialità medicinali.
Questo, in sintesi, il quadro di dettaglio che emerge dal report di Federfarma sulla spesa farmaceutica convenzionata del 2017.
Già ieri vi abbiamo riferito, più in generale, del calo pari all’1,9% della spesa farmaceutica netta Ssn rispetto al 2016, e di una crescita del 13,3% in valori della Dpc.
Oggi entriamo nel merito dei consumi.
Anche nel 2017, dunque, i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa (vedi tabella n. 1), pur se in calo a valore (-3,6%) e anche nei consumi (-0,3%); l’effetto è lo spostamento verso medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso.
Tra le 10 categorie di farmaci più prescritte (vedi tabella n. 2) anche nel 2017 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida, che tuttavia continuano a far registrare un calo dei consumi (-3,2% rispetto al 2016). All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi continua l’aumento delle prescrizioni di betabloccanti. Prosegue anche la crescita dei consumi di vitamina D (+6,5% rispetto al 2016).
La specialità medicinale più prescritta (vedi tabella n. 3), continua a essere la Cardioaspirina, nonostante il calo delle prescrizioni (-1,4% rispetto al 2016), seguita dalla specialità medicinale Dibase, in leggera crescita (+0,5%). In forte aumento i consumi del farmaco equivalente Metformina Teva.