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Questo ottimo strumento al servizio dei lavoratori va difeso e tutelato. È in atto infatti una strisciante manovra da parte del Governo e del Ministro della Salute in particolare, per equiparare i Fondi frutto di una attenta e responsabile negoziazione tra le parti, imprenditoriali e sociali, ai Fondi di origine assicurativa imponendo compiti anche gravosi che non dovrebbero essere di loro competenza. Nel panorama di circa 300 fondi di assistenza sanitaria integrativa solo una minoranza di questi raggruppa il maggior numero di associati e tra questi spicca il Faschim che svolge una effettiva funzione sociale.
Tutto il resto rappresenta di fatto una speculazione finanziaria con iniziative ad esclusiva finalità di lucro. In proposito è stata anche sollecitata una incisiva presa di posizione delle forze sociali per contrastare questa ingerenza nei confronti anche del Faschim che gode di una propria autonomia organizzativa, finanziaria e gestionale costruita autonomamente, così come autonomamente sono state decise le prestazioni senza vincoli ed intromissioni legislative. È necessario vigilare e reagire in un momento in cui viene gettato discredito sui fondi chiusi e viene in malafede messo in discussione il meccanismo di collaborazione in ambito contrattuale che ha generato vere isole di eccellenza.
Per quanto riguarda la fisioterapia, constatati comportamenti “inappropriati” finalizzati a massimizzare i rimborsi, si è dovuto stabilire un numero massimo di 40 sedute nell’anno solare, fatti salvi i casi particolarmente gravi e di infortunio. Infine per la diaria, con l’obiettivo di prevenire comportamenti “anomali”, si è deciso che, per ricoveri superiori ai 10 giorni venga richiesta la fotocopia della cartella clinica e ciò tenuto conto che la degenza media in Italia è di 6,8 giorni.
La UGL Chimici ancora una volta richiama l’attenzione di tutti i lavoratori sulla validità del Faschim improntato su un meccanismo autenticamente solidaristico strumento di contrasto alle continue restrizioni e difficoltà della sanità pubblica.
Roma, 25 novembre 2015
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