Con l’Imi alleanza pubblico-privato fino al 2013 2 miliardi in palio
Si parte subito con un bando da 123 milioni per sostenere le ricerche più promettenti per scoprire i medicinali del domani su tre fronti terapeutici: disturbi del cervello, malattie metaboliche e infiammatorie. La "call for proposal", lanciata ufficialmente a Bruxelles lo scorso 30 aprile, è targata "Imi": l’«Innovative medicines initiative», una maxi partnership pubblico-privata che mette insieme la Commissione europea e l’industria farmaceutica dell’Unione che fa parte dell’Efpia (la federazione europea delle imprese della pillola). L’«Imi» è nata all’interno del settimo programma quadro della r i c e r c a 2008-2013 e in particolare delle «Joint technology initiatives» (Jti) che puntano a unire gli sforzi del privato con i fondi messi in campo dal pubblico. Tra le sei aree su cui scommettono le «Jti» ci sono proprio le ricerche sui medicinali con l’«Imi». Che nei prossimi cinque anni avranno a disposizione la bellezza di 2 miliardi di euro da spendere su cinque settori. Oltre ai tre già citati saranno finanziati anche tutti quei progetti per lo sviluppo di nuovi medicinali per combattere i tumori e le malattie infettive. L’obiettivo dell’«Imi» non è però quello di finanziare direttamente la produzione di nuovi farmaci, bensì di individuare strumenti e strategie per aiutare il loro sviluppo, eliminando i colli di bottiglia e gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione e sostenendo, infine, la nuova frontiera delle biotecnologie. In particolare saranno finanziati tutti quei progetti di ricerca che puntano sull’identificazione di prodotti con il miglior rapporto rischi-benefici e maggiore efficacia terapeutica. Ma anche quelle ricerche che lavoreranno allo sviluppo e all’identificazione di "biomarcatori" che possono essere utilizzati come strumenti per comprendere meglio il funzionamento di una malattia e gli effetti di una nuova molecola farmaceutica. Ma i progetti di ricerca che possono ambire a conquistare i sostanziosi fondi dell’«Innovative medicines initiative» sono anche quelli relativi al « m a n a g e ment» della ricerca: dagli studi sulla sicurezza e l’efficacia alla condivisione delle informazioni, alle simulazioni ecc. Infine, gli stanziamenti europei andranno a sostenere anche quei progetti che punteranno a ridurre i gap nell’educazione e nella formazione che servono allo sviluppo dei farmaci innovativi. «Gli obiettivi dell’Imi sono ambiziosi – ha spiegato il commissario europeo alla Ricerca, Janez Potocnik – l’Europa può finalmente diventare un grande protagonista nella ricerca biofarmaceutica». Mar.B. Il Sole 24 Ore Sanita’ del 13/05/2008 N.19 – 13/19 MAGGIO 2008 p. 8