Il Consiglio di Stato boccia la sentenza del TAR Puglia e dà ragione alla Regione Puglia sull’utilizzo dei farmici in equivalenza.
affari italiani – 17 luglio 2019
La Regione Puglia rende noto che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 4881 dell’11 luglio 2019, ha sancito il principio normativo (riferibile alle determinazioni AIFA 204/2014 e 818/2018) in base al quale è possibile acquistare farmaci contenenti diversi principi attivi, purché l’Agenzia Italiana del Farmaco abbia rilasciato il proprio parere positivo sull’equivalenza terapeutica.
All’origine del contenzioso, la multinazionale Teva s.p.a. aveva proposto ricorso giurisdizionale, per chiedere l’annullamento della lettera di invito e dell’aggiudicazione del lotto 444 inerente i suddetti principi attivi per l’acquisizione di farmaci per gli enti e le aziende del SSR Puglia nell’ambito del Sistema Dinamico di Acquisizione “Prodotti Farmaceutici”, nonché di tutti gli atti conseguenti.
In prima istanza, però, il Tribunale barese non aveva adeguatamente considerato che l’art. 15, comma 11-ter, D.L. 95/2015 è norma che, espressamente, impone la formulazione di un unico lotto per principi attivi diversi quando vi è il parere AIFA di equivalenza terapeutica; pertanto, InnovaPuglia era risultata soccombente.
L’appello proposto da InnovaPuglia, su indicazione della struttura tecnica del Dipartimento Promozione della Salute, del Benessere e dello Sport per Tutti, ha evitato che si creasse un grave precedente in giurisprudenza che avrebbe impattato negativamente, oltre alla Puglia, anche le restanti regioni italiane.
La continuità dell’azione regionale, coerentemente tesa a razionalizzare la spesa farmaceutica, per acquisti diretti delle aziende del SSR, consente di garantire l’equilibrio del sistema sanitario e di utilizzare le risorse recuperate per garantire ai pazienti terapie farmacologiche innovative caratterizzate da costi sempre maggiori, potenziare le strumentazioni tecnologiche, e favorire procedure assunzionali.
(gelormini@affaritaliani.it)
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