Farmaci di fascia C. Ddl concorrenza, per i consumatori un regalo alle lobby. Mandelli: crea divisioni
Redazione Fedaiisf
«Aver sottratto al libero mercato i farmaci di fascia C, che con minori prezzi potrebbero essere acquistati nelle parafarmacie dove sono obbligatoriamente presenti farmacisti, significa aver regalato un giro di affari di almeno 3 miliardi di euro l’anno, danneggiando ogni famiglia di circa 42 euro l’anno». Non vanno per il sottile Federconsumatori e Adusbef che, nell’audizione presso le Commissioni riunite della Camera sul Ddl concorrenza, puntano il dito contro quelli che considerano «regali alle solite lobby».
Le due associazioni hanno sottolineato come, all’interno del Ddl si nasconderebbero «innumerevoli favori ai soliti noti: assicurazioni, banche, farmacie, gestori telefonici, monopoli elettrici, lobby degli uffici legali di banche e assicurazioni. Una vera e proprio controriforma, che costituisce un passo indietro rispetto al decreto Bersani con le famose “lenzuolate”, restaurando oneri, balzelli e penali che erano stati abrogati e introducendo norme che lasciano i cittadini in pasto alle pratiche commerciali scorrette delle aziende».
Una posizione piuttosto drastica anche se, va detto, alla Camera sono state ascoltate una quindicina di associazioni tutte, peraltro, piuttosto scettiche sul contenuto del Ddl. Tra le posizioni di tenore più morbido va rilevata quella di Assoutenti che, come riportato dall’House organ di Federfarma manifesta timore per l’apertura della titolarità al capitale per «l’ingresso di nuovi soggetti che potrebbero scavalcare i piccoli professionisti» dicono da Assoutenti.
«Siamo molto preoccupati» concludono «per il rischio che il farmaco possa essere equiparato alle altre merci». Intanto sul fronte farmacisti, in attesa delle audizioni delle associazioni di categoria, il presidente Fofi Andrea Mandelli ribadisce via twitter la sua contrarietà al testo «che non fa che contrapporre e creare divisioni tra categorie».