USA. Si estende l’inchiesta contro Novartis.
I giudici chiedono nuovi documenti per verificare presunte tangenti mascherate ai medici – Il colosso farmaceutico: “Ci difenderemo”
L’estensione dell’inchiesta è desumibile da uno scambio di lettere tra Novartis e il procuratore generale del Distretto Sud di New York Preet Bharara, l’ultimo dei quali avvenuto lo scorso fine-settimana.
Le indagini sono state avviate a seguito delle rivelazioni di un ex dipendente di Novartis diventato “whistleblower”. Questi ha accusato la casa farmaceutica di aver organizzato negli Stati Uniti lussuose, pretese conferenze scientifiche allo scopo di indurre i medici partecipanti a prescrivere suoi medicinali.
Si tratterebbe in particolare di farmaci per il trattamento di malattie cardiovascolari, stando a quanto si apprende da una lettera del procuratore Bharara datata 25 marzo e inviata in risposta a una missiva di Novartis del 22 marzo, nella quale si affermava che il caso sta “esplodendo” a causa delle eccessive pretese delle autorità statunitensi. La Procura newyorkese ha infatti ampliato nel novembre dell’anno scorso le sue richieste alla casa farmaceutica, chiedendole dettagli su poco meno di 80.000 corsi informativi da essa organizzati.
In una nota diramata oggi, la multinazionale basilese annuncia una richiesta di misura cautelare (“motion for protective order”) da parte della sua filiale americana Novartis Pharmaceuticals Corporation (NPC) riguardo ai programmi di formazione tenuti tra il 2002 e il 2011, sostenendo che il governo le ha chiesto di fornire documenti che vanno oltre gli accordi precedentemente raggiunti. Nel comunicato Novartis dice di essere in disaccordo con il modo in cui le autorità caratterizzano la sua condotta e “continua a contestare” le loro affermazioni, affermando di aver soltanto voluto assicurare la dovuta informazione a medici e pazienti.
Un analista di Citigroup ritiene che a Novartis potrebbero essere appioppate sanzioni finanziaria per oltre due miliardi di dollari.
Bustarelle anche alle autorità turche?
Una società di consulenza impiegata dal colosso farmaceutico avrebbe trasmesso del denaro al ministero della sanità di Ankara.
“Prendiamo sul serio tutte le accuse e le analizziamo approfonditamente”, ha detto ieri sera un portavoce della società renana all’agenzia di stampa Reuters, facendo riferimento a rimproveri anonimi di un presunto versamento di tangenti.
Concretamente il portavoce ha reagito a un mail in possesso di Reuters, datato 17 febbraio, secondo cui Novartis avrebbe versato a rappresentanti del ministero turco bustarelle attraverso la società di consulenza Alp Aydin. Il gruppo basilese sarebbe così riuscito ad aggiudicarsi entrate stimate a 85 milioni di dollari (82,3 milioni di franchi): più precisamente si tratterebbe dell’autorizzazione di medicinali e di vantaggi sui prezzi.
Né Alp Aydin né l’autorità di vigilanza turca SSI hanno potuto essere raggiunte per una presa di posizione.
Ieri in serata era inoltre emerso che le autorità statunitensi hanno esteso l’inchiesta già in corso contro Novartis per asserite tangenti mascherate a medici al fine di far prescrivere suoi farmaci negli Usa. In una nota diramata ieri il gigante farmaceutico basilese afferma di voler cercare di difendersi contro la richiesta di consegna di ulteriori documenti. Il gruppo basilese sostiene che il governo americano le ha chiesto di fornire documenti che vanno oltre gli accordi precedentemente raggiunti.
Nel comunicato Novartis dice di essere in disaccordo con il modo in cui le autorità caratterizzano la sua condotta e “continua a contestare” le loro affermazioni, affermando di aver soltanto voluto assicurare la dovuta informazione a medici e pazienti.
Le indagini sono state avviate a seguito delle rivelazioni di un ex dipendente di Novartis diventato “whistleblower”. Questi ha accusato la casa farmaceutica di aver organizzato negli Stati Uniti lussuose pretese conferenze scientifiche allo scopo di indurre i medici partecipanti a prescrivere suoi medicinali.
Multa di 25 milioni per Novartis
Il colosso farmaceutico ha trovato un accordo con l’autorità di vigilanza americana per un caso di corruzione in Cina
Tra il 2009 e il 2013, Alcon – la filiale del gigante basilese attiva nell’oftalmologia – avrebbe corrotto i medici per favorire le vendite di medicinali, emerge dai documenti resi pubblici oggi dalla SEC.
Novartis, che a settembre 2013 aveva annunciato di aver avviato un’indagine interna per verificare se i sospetti erano reali, ha accettato la sanzione senza confermare o smentire le accuse di corruzione.
Related news: Novartis vende 14 marchi a Sun Pharma in Giappone
Novartis on Türkiye alleged bribes, we will investigate thoroughly
L’azienda chiarisce anche su inchiesta Usa
Sul presunto caso di versamento di tangenti alle autorità turche riportato dalla stampa, Novartis assicura che “prenderà con estrema serietà tutte le accuse di comportamento inappropriato e investigherà a fondo”. Per “garantire la compliance, vengono verificate regolarmente le attività promozionali delle strutture di marketing e vendita operanti a livello locale. I collaboratori di Novartis che sospettano un episodio di cattiva condotta – sottolinea il colosso del farmaco – sono tenuti a segnalarlo al nostro Business Practices Officer”.
L’azienda comunque “non divulgherà alcun commento su tali indagini, anche se la persona che sporge querela decidesse di renderle pubbliche”. E si dice “impegnata a condurre le attività di marketing e vendita nel rispetto di elevati standard qualitativi ed etici. Questo impegno è fondamentale, non solo per poter garantire un uso appropriato ed efficace dei prodotti e dei servizi da parte di operatori sanitari e pazienti, ma anche per tutelare la reputazione e la credibilità del Gruppo”. Quanto invece all’inchiesta in corso da parte delle Autorità americane, per presunte tangenti alla classe medico scientifica, Novartis precisa che la filiale americana Novartis Pharmaceuticals Corporation (Npc) “ha richiesto un’audizione preventiva, in relazione all’inoltro di una richiesta di misura cautelare nella causa civile, che riguarda alcuni programmi formativi che l’azienda ha condotto nel periodo che va dal 2002 al 2011”.
Npc ha inoltrato “una richiesta di misura cautelare, perché il Governo ha chiesto all’azienda di presentare anche documenti che esulano dall’ambito previsto dai protocolli e che vanno oltre i termini precedentemente concordati; la produzione di questi documenti sarebbe ora eccessivamente complessa, (in particolare se si considerano le tempistiche stabilite dalla Corte)”, afferma l’azienda. Npc dunque contesta il modo in cui le istituzioni hanno rappresentato la sua condotta in relazione a questi temi, oltre a contestare le accuse rivolte dal Governo.
“Npc è impegnata ad assicurare che medici e pazienti abbiano a disposizione le informazioni necessarie a prendere decisioni consapevoli in merito alla salute dei propri pazienti; ritiene inoltre che i programmi formativi possano contribuire a educare un maggior numero di operatori sanitari sull’uso appropriato dei farmaci, aiutandoli a effettuare le prescrizioni sulla base di un’informazione adeguata, cosa che a sua volta migliora la cura del paziente. Novartis – conclude la nota – continuerà a condurre le proprie attività in modo etico e conforme a leggi e normative”.