August 28, 2012
La rivoluzione nella sanità trentina? È possibile, ma non a costo zero. Il «decretone salute» del Governo Monti, che andrà in consiglio dei ministri venerdì, dovrà essere applicato anche in provincia. Nel testo si parla di taglio del prontuario dei farmaci costosi per i quali esistono prodotti equivalenti, di medici di famiglia in servizio 24 ore su 24, di tasse sulle bibite gassate (qui le polemiche non mancano visto che i critici dicono che si tratta solo di un modo, per lo Stato, per fare cassa) e di fondi per la sanità ricavati dalle multe comminate a chi vende sigarette agli under 16.
Le questioni sono caldissime perché si scrive «razionalizzazione» e si legge «risparmio». In questa direzione va il nuovo intervento normativo che porta il nome del ministro Renato Balduzzi . In Trentino, a raffreddare gli entusiasmi di fronte all’ennesima novità romana, ci pensa il dottor Paolo Colorio , a capo della sezione locale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). «Tutto si può fare. Basta che paghino. La razionalizzazione, la riorganizzazione complessiva del sistema, noi l’abbiamo proposta da tempo. Si tratta di capire come».
Uno dei nodi centrali è proprio il servizio sanitario territoriale 24 ore al giorno: l’idea è di creare dei «maxistudi medici». In pratica si tratta di medici di famiglia costretti ad unirsi ad altri professionisti (in Trentino in parte è già così), tra cui pediatri, guardie mediche e infermieri. Il testo del decreto non lo dice, ma uno degli obiettivi è quello di togliere dalle spalle dei dottori ospedalieri (soprattutto di pronto soccorso) attività di assistenza che potrebbero essere gestite dai «medici curanti».
«Bene – commenta Colorio, che è ha l’ambulatorio a Povo – ma non è che noi possiamo lavorare 24 ore su 24. Il mio sindacato propone il ruolo unico: squadre di 20 sanitari, su territori più piccoli, che ruotano nel corso della giornata. Ma la razionalizzazione non è gratuita». A livello nazionale si tratta di un investimento di 5-6 miliardi di euro.
E in Trentino? «Secondo i calcoli: 20-30 milioni all’anno. Serve un investiment