Sector studies, for pharmacies average business income of almost 110 thousand euros

Farmacie al secondo posto, dietro ai notai, nella classifica delle attività autonome più redditizie secondo le rilevazioni del ministero delle Finanze. I dati sono quelli degli studi di settore, anno fiscale 2009, e la fotografia che ne emerge fa notizia solo fino a un certo punto: se i titolari guardano dall’alto al basso categorie come i tassisti, i gioiellieri o gli architetti, non è per eccesso di benessere ma rispetto delle regole (scontrini) e clientela, perché il loro primo acquirente si chiama Ssn e chiede sempre "fattura". A parte le classifiche, vale però la pena ragionare sulle crude cifre, quelle in particolare che assegnano alle farmacie italiane ricavi medi di 1,2 milioni di euro e un reddito imponibile di quasi 110mila a impresa. Non è quanto denunciano i notai (reddito 281mila euro) ma sono sempre cifre interessanti. E anche scomode, perché in questo momento, con il governo al lavoro sulle liberalizzazioni, non sono d’aiuto ai titolari per dimostrare che la crisi soffia anche sulle farmacie e i ritocchi al quorum devono essere morigerati.

«In realtà» obietta Marcello Tarabusi, commercialista e avvocato «si tratta di una media talmente generica che ogni ragionamento avrebbe il valore del proverbiale mezzo pollo. In linea di principio si può dire che il dato sembra più o meno avvicinarsi alla realtà delle cose, ma non va dimenticato che negli ultimi anni le differenze tra farmacia e farmacia si sono sensibilmente allargate. Tanto che oggi ci sono esercizi rurali il cui reddito d’impresa non supera i 30 o 40 mila euro. Insomma, per ragionare sulla sostenibilità della farmacia rispetto a specifici interventi, occorrono ben altre cifre».

18 gennaio 2012 – Farmacista33

Studi medici, per le Finanze reddito medio di 68mila euro all’anno

Meno di 70mila euro all’anno. È il reddito medio prima delle imposte di medici di famiglia e specialisti privati secondo le rilevazioni del ministero delle Finanze provenienti dagli studi di settore, aggiornate all’anno fiscale 2009. Le cifre, affiancate a quelle delle altre categorie appartenenti all’area del lavoro autonomo, stilano una classifica che soltanto a metà può essere considerata fedele fotografia dell’esistente: ai vertici del "benessere" notai e farmacie, con redditi medi d’impresa o di persona fisica pari rispettivamente a 280mila e 108mila euro. Ben distaccati, ma pur sempre al terzo posto, gli studi medici, ai quali vengono attribuiti un ricavo medio dichiarato di 88mila euro all’anno e un reddito imponibile da lavoro autonomo di quasi 68mila euro. «Sono medie molto generiche» è il commento di Fiorenzo Corti, responsabile relazioni esterne della Fimmg «ma a occhio e croce il dato non si allontana troppo dal quadro che a noi risulta. Grosso modo, significa un reddito per medico di circa 3.500 euro al mese».

E nessuno si lamenti, perché dai dati delle Finanze risulta che gli studi odontoiatrici denunciano in media circa 47mila euro all’anno, gli ingegneri 40mila, gli architetti 27mila e gli psicologi 20mila e rotti. Certo, si tratta di valori da

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