Con le liberalizzazioni sta per allargarsi il numero delle farmacie convenzionate, ma rischia di farsi più piccola la torta rappresentata dalla spesa di fascia A. Si fa ormai quasi certezza, infatti, l’eventualità che le Regioni abbassino dal 13,3 al 12,1% il tetto della spesa farmaceutica territoriale di quest’anno. Era l’ipotesi messa sul tappeto per il 2013 dalla Manovra di luglio del governo Berlusconi, in alternativa al ripiano del 35% del deficit sulla spesa ospedaliera da parte dell’industria, ma le stime sulla spesa 2012 e i dati degli ultimi due anni stanno convincendo i governi regionali ad anticipare di dodici mesi il provvedimento. Certo al momento si tratta solo di voci, ma il pessimismo che si annusa tanto in Federfarma quanto tra le sigle dei distributori intermedi fa capire che non siamo al mero gossip: ufficialmente il tema non è ancora nell’agenda delle prossime conferenze dei governatori, ma di certo è nella cassetta con la scritta "in valutazione". Tanto che nel sindacato titolari si stanno già facendo informalmente alcune valutazioni sul conto che le farmacie rischiano di pagare. Perché un abbassamento di 1,2 punti percentuali del tetto metterebbe immediatamente la spesa farmaceutica convenzionata in allarme rosso (rosso nel senso di deficit, ovviamente). Da cui due effetti a cascata: appesantimento della distribuzione diretta in quelle Regioni che usano il doppio canale per spostare fette di spesa e, l’anno prossimo, ripiano dello sfondamento (quasi certo) a carico delle farmacie convenzionate per una quota proporzionale al loro margine. Questo in un futuro eventuale e probabile. Intanto comunque le farmacie territoriali devono già fare i conti con un altro pay back: è quello relativo alla spesa 2010 sulla distribuzione diretta, che le Regioni insistono a voler addebitare non solo all’industria, ma anche a grossisti e presidi. Per questi ultimi due attori, il "conto" ammonterebbe a sei milioni di euro, da recuperare con una maggiorazione dello sconto Ssn di sei decimi di punto. E intanto si è in attesa dei dati sulla spesa 2011, dai quali potrebbe spuntare un nuovo deficit.
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